È stato uno dei primi calciatori professionisti a risultare positivo al test per il Covid-19 e ora ha deciso di raccontare la sua esperienza. Alessandro Favalli, difensore della Reggiana classe '92, ha parlato alla Gazzetta dello Sport: "Dopo la febbre e i primi sintomi ora sto bene - ha spiegato - Siamo uomini, non supereroi. Tutti siamo a rischio e bisogna essere più responsabili. Se ci dicono di stare a casa, stiamo a casa. I compagni di squadra e il mister mi stanno facendo sentire la loro vicinanza e questo è di grande aiuto".
Favalli ha spiegato come ha scoperto la malattia: "Lunedì scorso mi è venuta la febbre, con raffreddore, mal di testa e bruciore agli occhi. I classici sintomi influenzali. Nei giorni precedenti avevamo fatto una cena di famiglia e, dopo i primi sintomi, ho avvisato tutti: anche loro li avevano e ci siamo preoccupati. Così abbiamo avvisato i medici e ci siamo messi in isolamento. Abbiamo fatto il tampone e siamo risultati tutti positivi tranne uno - ha detto alla Rosea - Sono più in pensiero per gli altri parenti che per me, ma presto ne usciremo. Io sono monitorato al telefono e faccio quello che i medici mi dicono.
Il difensore ha raccontato di aver ricevuto messaggi anche da calciatori e tifosi avversari, sottolineando la bellezza di questi gesti, ha assicurato che ci sarà per l'eventuale ripresa del 3 aprile e ha infine voluto mandare un messaggio: "Credo sia giusto fermarci tutti. È un virus che può prendere chiunque, anche su un campo da calcio. Il rischio contagio è troppo elevato, quindi meglio fermarsi perché la salute viene prima di tutto".
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