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IL RACCONTO

Luna Rossa Prada Pirelli e l'impresa degli uomini dello Shore Team: "Abbiamo iniziato a montare il pezzo alle 4.30"

La squadra guidata da Michele Cannoni ha provveduto a sistemare l'imbarcazione durante la notte prima della semifinale decisiva con NYYC American Magic 

di Marco Cangelli
21 Set 2024 - 18:58

"Sono entrato nell’hangar e ho scoperto che c’erano degli zombie". È questa la descrizione presentata da James Spithill della situazione dello shore team di Luna Rossa Prada Pirelli dopo la nottata trascorsa per risolvere i problemi al sistema che regola la randa. Un inconveniente che ha rischiato di costare caro, ma che grazie alle 130 persone impegnate nel team italiano, ha portato l'equipaggio di Max Sirena a conquistare il pass per la finale di Louis Vuitton Cup.

Un lavoro immane, come raccontato in un'intervista a La Repubblica da Michele Cannoni, capo dello Shore team che ha lavorato a fondo per consentire alla barca di riprendere, anche sostituendo uno dei pezzi rotti: "Abbiamo dovuto rinforzarne uno di riserva perché non ce la sentivamo più di rimettere quello che si è rotto. Sinceramente in ventuno anni di regate professionali su tutti i tipi di barche non ho mai visto una cosa del genere. Il nostro design team ci ha dato le specifiche con cui avremmo dovuto rinforzare il nuovo pezzo che abbiamo iniziato a montare la mattina alle 4.30 - ha raccontato il tecnico italiano -. Siamo arrivati a contare circa 43-44 uomini, tra velai, esperti di elettronica, idraulica, boat builder. Ma non tutti hanno fatto la notte in piedi, perché non si può uccidere totalmente lo Shore team: qualcuno lo devi salvare. Ho obbligato ad andare a dormire alle 22.30 alcune persone perché dovevano essere fresche il giorno dopo. Tutti i boat builder hanno lavorato, e abbiamo tenuto con noi un idraulico elettronico, più un rigger addetto all’albero per l’installazione delle cime su quel pezzo".

Nonostante la grande fatica, il team ha dimostrato di saper lavorare di squadra e di superare anche le difficoltà linguistiche oltre alla stanchezza che li ha pervasi: "I ragazzi hanno imparato a navigare sotto stress dopo quello che gli è successo. Hanno preso decisioni molto importanti su un campo in cui il vento saltava da tutte le parti. Hanno lasciato l’avversario, e Max Sirena stava impazzendo perché non vuole che lo si faccia mai, ma loro hanno navigato solamente sul vento e lo hanno fatto benissimo. Bisogna avere le palle per navigare così, lo fai solamente quando sei conscio delle tue possibilità - ha concluso Cannoni -. I latini capiscono l’italiano, ma parliamo sempre in inglese nei meeting del lunedì. L’ultimo l’ho voluto fare in italiano perché c’erano solamente latini, per una volta ho voluto cambiare lingua perché non bisognava parlare di aspetti tecnici, ma motivazionali: eravamo in un momento di trend negativo. Volevo che tutti rimanessero coesi, e l’altra notte mi hanno dimostrato che sono veramente un gruppo stra-unito". 

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