recensione

Recensione Resident Evil 4: non chiamatelo remake, è una nuova scoperta

Il quarto capitolo della saga Capcom ritorna a 18 anni dalla sua prima release e dà filo da torcere anche a titoli ben più moderni

di
  • A
  • A
  • A

Un agente governativo che deve salvare Ashley, figlia del presidente degli Stati Uniti, rapita da una setta infettata da un parassita che li rende molto più forti e resistenti del normale: la trama di Resident Evil 4 per temi e profondità è chiaramente figlia del periodo del suo rilascio, il 2005, eppure riesce a intrattenere anche oggi. Merito del lavoro certosino di Capcom che nel remake (disponibile per PS5, PS4, Xbox X/S e Pc) rilasciato lo scorso 24 marzo ha dimostrato ancora una volta di sapere come far rivivere un classico, tanto che chi - come il sottoscritto - non aveva provato l'originale potrebbe anche essere tratto in inganno scambiandolo per un titolo moderno, praticamente solo alcune dettagli grafici e di meccaniche di gioco tradiscono i 18 anni sulle spalle, ribadiamo comunque portati benissimo.

L'ambizione di Capcom parte dal nome, che ufficialmente non ha il suffisso "remake" come ormai viene riconosciuto. E in effetti chiamarlo remake è pure riduttivo considerando l'opera di rifacimento sulla base del motore RE Engine: anche su PS4, dove l'abbiamo provato, ci si sente perfettamente a proprio agio con una grafica che forse è azzardato chiamare moderna ma è di sicuro attuale e contemporanea. Se la ricchezza di dettagli si nota soprattutto cercando e scavando negli angoli della mappa - cosa tra l'altro non fine a se stessa ma utile per cercare munizioni e pesetas da usare poi col mercante -, fa impressione pensare come i movimenti di Leon e dei nemici appartengano a qualcosa di riscritto su una base tanto vecchia.

Recensione Resident Evil 4: non chiamatelo remake, è una nuova scoperta - foto 1
© ufficio-stampa

Questo ha fatto sì che gli sviluppatori abbiano cercato di equilibrare il gameplay, visto che la "ritrovata" fluidità dei movimenti del protagonista avrebbero reso sin troppo semplice avere la meglio sui Ganados (parte della setta dei Los Illuminados, autori del rapimento di Ashley). Non che l'IA non sia adeguatamente calibrata ma la scarsità di risorse da trovare in giro per la mappa rende tutto più difficile. Troviamo inoltre nuovi tipi di combattimenti, nuove zone da esplorare e alla fine di grosso è stato tagliato "solo" il compartimento dei quick time event, anche per seguire la contemporaneità di gusti del pubblico. Dove Capcom si è un po' fatta prendere la mano è sui coltelli, che non hanno lunga autonomia, ma a volte sembrano sin troppo OP per quanto siano potenti sia in fase di difesa che di attacco.

Per fortuna del sottoscritto Resident Evil 4 era già ricordato come un titolo che aveva dato una bella sferzata alla serie, perdendo gran parte dell'elemento horror per abbracciare una maggiore complessità di azione arricchita dalla prima trasposizione in prima persona. La trama è ben costruita, pur cadendo - forse volontariamente, perché fin troppo marcati - in alcuni inciampi banali a livello di dialoghi, e non si perde in momenti caotici di armi ed esplosioni, serve un atteggiamento più tecnico che d'assalto.

Recensione Resident Evil 4: non chiamatelo remake, è una nuova scoperta - foto 2
© ufficio-stampa

Considerando che il 7 aprile verrà rilasciata la modalità Mercenari (bisognerà affrontare gli infetti di Las Plagas per fare più punti possibili entro un tempo limite) per ampliare ulteriormente la longevità del titolo, viene facile promuovere Resident Evil 4 Remake che, anche in questa versione 2023, può lasciare un segno in chi non l'aveva mai giocato prima ma magari anche sui nostalgici della prima ora.

Commenta Disclaimer

I vostri messaggi 0 commenti