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Pino Dordoni: la leggenda continua

Il marciatore che vinse la medaglia d'oro alle Olimpiadi di Helsinki 1952

17 Mar 2021 - 08:09

“Il giudice era Libotte. Sai, Armando Libotte, quello che organizzava la 100 km del Canton Ticino. Lo conoscevo bene, eravamo amici. E quando comincio a inquadrare la torre dello stadio, gli dico: senti, Armando, ti dispiace tenermi gli occhiali scuri e il berrettino? Non si può mica vincere l’Olimpiade a capo coperto e con gli occhiali sul naso. E poi, già che ci sei, prestami anche il pettine che voglio rendermi presentabile.

È stato allora che i fotografi e i cineoperatori si sono scatenati per riprendere la scena. Figurarsi, uno che marcia e si pettina. E quelli arrivati in ritardo mi dicevano, repeat again, fallo di nuovo. E io un volta ci sono stato, poi ho detto basta: ragazzi, non voglio mica perdere la medaglia d’oro per voi. Dolezal era un vecchio cagnaccio. Otto minuti avevo su di lui e vinsi per due”.

Questo era il ricordo che Pino Dordoni riservava agli amici, il ricordo del 21 luglio 1952 quando si trasformò in un’icona, un’icona vera, mica quelle figurine che affollano lo schermo del computer: il viso ispirato, trasfigurato, mentre, nello stadio di Helsinki, taglia il traguardo della 50 km di marcia e diventa una delle immagini della storia dello sport azzurro, una di quelle che non sbiadiscono.

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