Parcesepe: l’uomo nell’ombra della marcia d’oro

Non ama i riflettori ma due vittorie olimpiche l'hanno costretto a raccontare qualcosa di se

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Nelle tante discipline dell’Atletica, il ruolo dell’allenatore è particolarmente importante in quelle più tecniche perché, al di là dell’indispensabile talento che un atleta debba avere, è molto importante che vi sia chi abbia le capacità e l’esperienza per insegnare al meglio determinati meccanismi che non possono venire in maniera spontanea.

La Marcia, tra tutte, crediamo sia proprio la specialità meno naturale di tutto il panorama agonistico, perché presuppone l’esecuzione di movimenti ben precisi, che portino a tenere il piede sempre a contatto con il terreno, da eseguire ovviamente nel modo più veloce possibile con la conseguenza che, se vengano messi in atto in modo errato, si rischino penalizzazioni ed anche spesso la squalifica dalla gara.

Ecco, quindi, che non è certo un caso se l’allenatore delle due straordinarie medaglie d’oro olimpiche della 20 chilometri, Antonella Palmisano e Massimo Stano, sia la stessa persona: Patrizio Parcesepe, da decenni perno dell’attività del tacco e punta sul litorale laziale di Ostia.

Percesepe, nato nel 1966, ha iniziato con l’atletica nel 1980 dedicandosi inizialmente alla corsa campestre, ma subito dopo appassionandosi proprio della marcia.

È diventato allenatore subito dopo la fine della carriera da atleta e, oltre ai due campioni olimpici, ha allenato negli anni vari altri marciatori di buon livello tra cui un altro che ha partecipato ai giochi giapponesi, Francesco Fortunato, giunto 15esimo nella 20 km del trionfo di Stano, che però dal novembre 2020 ha scelto di farsi seguire da Riccardo Pisani.

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