Atene 1896: la prima Olimpiade

I primi Giochi dell'era moderna

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Centoventicinque anni or sono, un secolo e un quarto giusto in questi giorni, dal 6 al 15 aprile 1896, ad Atene è in corso la prima Olimpiade dell’età moderna. The Guardian ha un archivio sterminato e una redazione sportiva degna della sua tradizione o, piuttosto, dà lavoro a chi ha una certa dimestichezza con lo sport e con la sua storia. Nella ricorrenza del primo appuntamento olimpico dell’era moderna, il quotidiano britannico, nato a Manchester nel 1821, ha regalato ai suoi affezionati lettori e “suiveur” un amarcord all’insegna del “come seguimmo l’evento”.

Innanzitutto, sin da febbraio, consigli per il viaggio. Raccomandato quello in treno da Parigi a Marsiglia, da dove, “con eccellenti navi” (il corsivo è del corrispondente del giornale), in quattro giorni si approda a Atene.

L’altra via è da Ostenda a Basilea e a Milano. Da lì, “con un servizio ferroviario scadente, lento e punteggiato di cambi”, in 24 ore può esser raggiunta Brindisi: trentasei ore in nave sino a Patrasso e sette ore di treno prima di poter scendere sul marciapiede della stazione di Atene.

Il corrispondente annota che il 6 aprile in città c’è grande animazione per l’apertura dei Giochi, preceduta da un solenne Te Deum in cattedrale: dalla Russia è arrivato il Granduca Giorgio che siede con la famiglia reale, di radice tedesco-danese.

Un pubblico valutato oltre le 18.000 unità si assiepa nello stadio, costruito “grazie alla generosità di un grande greco”. (Non citato, è George Averoff, uomo d’affari greco-alessandrino che aveva ottimi rapporti con de Coubertin).

Le prime giornate di gare, scrive il loro uomo ad Atene, evidenziano che “il Nuovo Mondo sta avendo la meglio sul Vecchio: sette titoli vanno agli Americani, due all’Australia, uno alla Francia e uno alla Gran Bretagna“.

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