Tsitsipas il greco dà l'assalto a Wimbledon: unico Next Gen alla seconda settimana Slam

Il 19enne, che ha il rovescio a una mano e un delizioso servizio slice, ha eliminato il nostro Fabbiano prima di sbarcare agli ottavi

  • A
  • A
  • A

Obiettivo seconda settimana Slam raggiunto. Era l'inizio del 2018 quando Stefanos Tsitsipas, 20 anni il 12 agosto, numero 35 del seeding, al torneo Atp di Doha si prendeva l'impegno di varcare la soglia dei primi sette giorni in uno dei quattro major dell'anno. Ce l'ha fatta sull'erba di Wimbledon dopo che, al Roland Garros, era stato fermato al secondo turno dal finalista Dominic Thiem.

Il giovane greco, che quasi sicuramente si presenterà tra i migliori Next Gen all'evento di novembre a Milano, è allenato da papà Apostolos e seguito dall'accademia di Patrick Mouratoglou. Alla scuola sulla Costa Azzurra passa una decina di settimane all'anno dal 2015. E nei suoi primi turni sull'erba di Church Road ha fatto vedere che è capace di lottare, che il suo rovescio a una mano, oltre a essere elegante, fa molto male agli avversari, che la sua condizione atletica sta migliorando di torneo in torneo.

Oltre a dimostrare una maturità umana non scontata. Al termine della partita in cui ha eliminato il nostro Thomas Fabbiano, il giustiziere di Wawrinka, una volta sceso a rete per la consueta stretta di mano, all'avversario (parole dello sconfitto) "come fosse un fratello maggiore, mi ha fatto in bocca al lupo, mi ha detto che gli dispiaceva e di continuare a lavorare tanto, che i risultati sarebbero arrivati". Niente male per un teen-ager in vertiginosa ascesa, diventato la mascotte del torneo più prestigioso al mondo.

In questi primi sette giorni di gare, Tsitsipas si è accorto che il suo gioco con l'erba va letteralmente a nozze. Sui prati di Londra il suo servizio slice diventa ancora più fastidioso, le sue discese a rete funzionano (15 punti vinti a rete su 86 complessivi nell'ultimo match, 30 su 156 nel secondo) e la tenuta atletica fa il resto. E' vero che nella prima settimana ha dovuto vedersela con avversari di classifica inferiore, da Gregoire Barrere a Jared Donaldson, fino a Thomas Fabbiano. Ma la maturità dimostrata in campo e la capacità di lottare sono materia indispensabile per arrivare tra i migliori sedici in un major, con Nadal, Federer e Del Potro a fargli compagnia.

Ad aiutarlo sarà stata forse anche l'atmosfera tutta particolare che c'è intorno al giardino di Londra, dove i giocatore al Village non vivono in hotel ma hanno delle vere e proprie case dove risiedono per tutta la durata dell'evento. "Per essere onesto mi piace questa atmosfera, è come se fossi a casa tua. Con me ci sono tanti amici, c'è la mia famiglia. Sì, un ambiente rilassante che mi aiuta".

Il ragazzo che qualche anno fa rischiò di affogare nel mare di Heraclion, dove stava giocando un Futures e dove si buttò in acqua per fare una nuotata con un paio di amici, con brivido finale, viene da una famiglia di supersportivi. Oltre al papà coach, c'è la mamma Julia Salnikov, di origini russe, tennista professionista, che nel suo Paese è stata numero uno negli anni Ottanta. E' stata lei a seguire i primi passi, anche tennisticamente parlando, di Stefanos, prima di lasciare che fosse il papà a prendere le redini della situazione. Il nonno Sergej era stato capitano di calcio nella nazionale sovietica e i fratelli Petros, Pavlos, Elisavet sono tutti ottimi tennisti.

Lui, il più grande della nidiata, quello che a dieci anni disse al papà, svegliandolo in piena notte mentre stava giocando un torneo estivo, "Io voglio diventare un campione di tennis", sui prati di Londra sta costruendo l'impresa. D'altra parte Karei Abakar, l'allenatore che segue Stefanos a casa Mouratoglou, assicura: "Papà Apostolos continua a ripeterglielo: il primo torneo Slam che vincerai sarà Wimbledon". La scalata all'Olimpo da parte di Tsitipas l'ateniese è appena cominciata.

Commenta Disclaimer

I vostri messaggi 0 commenti