PASSATO E FUTURO

Valentino lascia e raddoppia: dal sogno della Formula 1 a quello di Le Mans

Nei suoi anni d'oro in MotoGP, il campione di Tavullia ha "rischiato" di tradire le moto per inseguire il sogno di una carriera sulle quattro ruote

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Correva l'anno 2004 e correva davvero forte Valentino quando - diciassette anni fa appunto - poco mancò che il motociclismo perdesse il suo "faro" a favore delle quattro ruote. Tre titoli della MotoGP già in saccoccia, il quarto in cantiere ma soprattutto fresco del clamoroso passaggio dall'astronave Honda alla poco competitiva Yamaha, Rossi iniziò ad accarezzare l'idea di un altrettanto sensazionale "sbarco" in Formula 1 con la Ferrari. Un corteggiamento lungo quattro anni, fatto di slanci e ritrosie, mentre Valentino continuava a vincere titoli sulle due ruote.

Valentino e la Ferrari: Formula Uno, certo, ma non solo. Passando attraverso le gare Granturismo, la storia d'amore tra il "Dottore" e la fascinosa Rossa non è mai finita e potrebbe anzi riaccendersi ora, già dal 2022 ma soprattutto dal 2023, quando la Ferrari tornerà dopo mezzo secolo a correre in forma ufficiale nelle gare di durata, prendendo parte al FIA World Endurance Championship (WEC) nella sua top class: la LMH (Le Mans Hypercar). Rossi e la Rossa insomma potrebbero davvero scendere in pista insieme e farlo su un palcoscenico - quello della 24 Ore di Le Mans, secondo solo alla Formula Uno per tradizione e prestigio.

Nel frattempo, Valentino si terrà in allenamento nelle gare GT, come in fondo ha fatto regolarmente nelle ultime stagioni, ma ora con una missione ben più sostanziosa e lungimirante: non più solo per divertimento, da gentleman driver, ma con l'idea di perseguire un progetto di altissimo livello. Proseguire insomma la sua carriera da professionista, ma raddoppiando il  numero delle ruote. In un certo senso dando... senso compiuto a quel sogno coltivato nei primi anni di questo secolo.

Tra il 2004 ed il 2008 Valentino si calò a più riprese nell'abitacolo delle Ferrari da Gran Premio: Fiorano, Mugello, Valencia. Con i consigli di Michael Schumacher (che a quei tempi era all'apice della carriera) Rossi intraprese un percorso che per una serie (anzi, una combinazione) di ragioni non trovò poi uno sbocco concreto nel Mondiale della massima formula. Valentino era il pilota più vincente in assoluto nella premier class e la proposta che Luca di Montezemolo gli fece nel 2006 contemplava la possibilità di un ingresso soft in Formula Uno, da terzo pilota o casomai con una stagion di apprendistato alla Sauber, già allora team satellite di Maranello. Un progetto studiato su misura per il campione di Tavullia ma - sull'altro piatto della bilancia - c'era un ruolo da star assoluta delle due ruote, al quale era difficile rinunciare.

Sarebbe stata, in prospettiva, la prima volta di un pilota italiano come pilota regolare della Ferrari in Formula Uno dai tempi di Michele Alboreto ma la storia - quella di Valentino e quella della Ferrari - prese strade e soprattutto piste diverse. Il "nostro" abbandonò il sogno ma si levò la soddisfazione di guidare nuovamente una monoposto da GP praticamente ad undici anni di distanza dall'ultimo test ferrarista. Accadde a Valencia, solo poco meno di due anni fa, nel dicembre del 2019, quando Valentino si mise al volante della Mercedes del 2017, mentre Lewis Hamilton saliva in sella alla sua Yamaha M1. Un test senza troppe pretese e secondi fini, più che altro a favore di sponsor comune e di telecamere...

Non è stata - quella con Mercedes a Valencia - l'unica scappatella extraferrarista a quattro ruote di Valentino. L'altro grande amore di Rossi sono sempre stato i rally e non stiamo parlando solo delle tradizionali incursioni tardoautunnali al Rally di Monza o Monza Rally Show, peraltro parecchio redditizie:  sette vittorie assolute. Doppietta nel 2006-2007 con la Ford Focus RS WRC, poi 2012 ed il poker 2015-2016-2017 e 2018, al volante della Ford Fiesta RS WRC. Settebello al quale aggiungere diversi altri piazzamenti sul podio ma anche un paio di considerazioni sulla superqualità del mezzo a disposizione e sulla particolarità dell'evento monzese, di certo ben lontano dal livello di un rally "vero".

Senza dimenticare che - prima ancora di coltivare il sogno-progetto della Formula Uno e poi ancora in parallelo a quest'ultimo, Rossi ha pure preso parte ad alcune prove del campionato del mondo rallies. Esordio assoluto al RAC Rally del 2002 con una Peugeot 206 WRC (che all'epoca andava per la maggiore nel Mondiale),  concluso con ritiro per uscita di strada alla seconda prova speciale. Poi una buona prova nel Rally della Nuova Zelanda di quattro anni dopo, portato a termine alla soglia della top ten (undicesimo) al volante di una Subaru Impreza WRC.

Piazzamento appena peggiorato (dodicesimo) nella più "recente" apparizione del nove volte iridato nel Mondiale: di nuovo al RAC Rally (anno 2008), al volante della "fida" Focus WRC tante volte portata al successo a Monza. Dove forse Valentino - invece che ai primi rigori invernali - ha per qualche tempo sognato di correre nella luce piena della tarda estate. Ai primi di settembre, stringendo tra le mani il volante di una Ferrari di Formula Uno.

 

 

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