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Milano-Cortina 2026, il CIO critica le scelte del governo: "Non volevamo una nuova pista da bob, ma si sono presi la responsabilità"

Il direttore esecutivo delle Olimpiadi Duby ha spiegato la sua posizione: "La nostra posizione era chiara: riutilizzare Cesana Torinese o andare all’estero senza investire su una nuova pista, costosa e superflua"

24 Lug 2025 - 12:07

Realizzare i Giochi Invernali non è come "organizzare la Fiera della Fonduta", motivo per cui le difficoltà vanno messe in conto. A esserne sicuro è il direttore esecutivo delle Olimpiadi Christophe Duby che promuove Milano-Cortina 2026 a pochi mesi dal via. Il rappresentante del CIO non ha nascosto le complicazioni emerse soprattutto per la realizzazione dello Sliding Center di Cortina d'Ampezzo, tuttavia il resto sembra procedere al meglio.

"Il potere del Cio si ferma dove comincia quello della politica. Diamo indicazioni ma non possiamo decidere al posto dei governi. La nostra posizione era chiara: riutilizzare Cesana Torinese o andare all’estero senza investire su una nuova pista, costosa e superflua, ma il governo ha deciso diversamente perché pensa che l’investimento abbia senso per il futuro, si è assunto il rischio di impresa e noi non ci siamo potuti opporre. Bisogna essere pragmatici - ha spiegato Duby in un'intervista a Il Corriere della Sera -. Ci siamo assicurati che i tempi venissero rispettati e che ci fosse un piano di emergenza all’estero. Sul fronte ingegneristico possiamo solo toglierci il cappello: nessuno al mondo era riuscito a realizzare un impianto di questo livello in un tempo così breve. Ma la sfida non è finita, in autunno ci saranno le omologazioni e le verifiche organizzative".

A chi gli chiede se abbia senso investire così tanto per sport come slittino, bob e skeleton dove i praticanti sono pochi e se abbia ancora senso tenerli nel consesso dei Giochi Olimpici, Duby risponde così: "Alle Olimpiadi estive c’è una tale sovrapposizione di eventi nelle singole giornate che bisogna fare scelte drastiche. Il programma invernale invece lascia spazi liberi. Nelle nazioni che organizzano e dove c’è cultura di bob o slittino e se non si costruiscono nuovi impianti anche discipline poco praticate hanno senso. Immagino che l’Italia sarebbe orgogliosa di trovare l’erede di Eugenio Monti. Il problema nostro è un altro - sottolinea il dirigente francese -. Vogliamo assicurarci che non ci siano sport dove sono soltanto tre o quattro Paesi a dividersi venti medaglie. Per evitare ciò stiamo lavorando con le federazioni internazionali per cambiare il format. Il discorso vale anche per la Combinata Nordica monopolizzata dai norvegesi".

Duby ha inoltre parlato anche dei costi enormi delle strutture alberghiere per coloro che vogliono seguire da vicino i Giochi. Un problema che, secondo il rappresentante del Comitato Olimpico Internazionale, difficilmente potrà essere risolto e che costantemente si ripete quando si tratta di parlare di Olimpiadi, Invernali o Estive che siano: "Cosa vogliamo dai Giochi? Che si svolgano in località sperdute o nelle valli e sulle montagne più belle del mondo? A Cortina e Livigno ci sono strade strette, pochi alberghi e cari. È il prezzo da pagare. Anche noi del Cio alloggeremo lontani dai campi di gara. Stiamo completando un piano di trasporti che permetta a tutti di raggiungere velocemente le località interessate. Il discorso vale anche per Los Angeles 2028 dove i prezzi si annunciano mostruosi". 

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