Il presidente di Fondazione Milano-Cortina 2026 ha parlato nell'evento organizzato da Il Giornale alla Fondazione Feltrinelli
di Redazione"Conta di più il numero delle medaglie o la qualità delle medaglie? Meglio dieci soltanto d'oro che venticinque senza ori. Dobbiamo comunque vincerne almeno 18, una in più rispetto alle ultime Olimpiadi". Giovanni Malagò è stato chiaro sulle prospettive dell'Italia in vista delle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026. Il presidente di Fondazione Milano-Cortina 2026 è intervenuto all'evento organizzato da Il Giornale alla Fondazione Feltrinelli, "Milano - 100 giorni a Milano-Cortina. Il racconto dei Giochi" spiegando come quest'edizione sarà particolarmente innovativa complice alcuni cambiamenti.
"Nella storia dei grandi eventi sportivi la nazione ospitante ha sempre due obiettivi: organizzare i Giochi al meglio sotto ogni punto di vista e, parallelamente, ottenere risultati sportivi all'altezza. Ci sono stati casi come i Mondiali di calcio in Italia del 1990: fu fatto un lavoro straordinario, ma la sconfitta in semifinale a Napoli lasciò un retrogusto amaro che in parte offuscò anche l'organizzazione - ha spiegato Malagò parlando anche sulla presenza degli atleti russi e bielorussi ai Giochi -. Il CIO ha trovato un compromesso che consente agli atleti russi e bielorussi di partecipare a livello individuale, ma non con la divisa né con l'inno russo, e non se fanno parte delle forze armate o di un team nazionale. Poi sta alle singole federazioni decidere. C'è una linea dell'esecutivo e deve essere coerente. La Russia ha cominciato la guerra esattamente il giorno della cerimonia inaugurale delle Paralimpiadi di Pechino, e quando accadde fu un terremoto perché uno dei capisaldi del movimento olimpico è la tregua olimpica".
Numerose le autorità intervenute all'evento, dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Alessandro Morelli al presidente di CONI Lombardia Marco Riva passando per il CEO di Fondazione Milano-Cortina 2026 Andrea Varnier a cui si è aggiunto il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana che si è detto pronto per i Giochi: "Siamo ormai giunti al rettilineo finale, il momento in cui tutte le attività devono essere portate a termine e si deve iniziare a guardare con entusiasmo alla sera del 6 febbraio, quando si terrà l’inaugurazione di questo grande evento - ha sottolineato il governatore -. Le Olimpiadi, non dobbiamo dimenticarlo, rappresentano l’appuntamento più importante a livello planetario non solo in ambito sportivo, ma anche per tutto ciò che riguarda lo spettacolo in generale, attirando l’attenzione e l’interesse del mondo intero. Dobbiamo dimostrare di essere all’altezza, accoglienti e capaci di presentarci nel modo migliore. Le bellezze ci sono: basta mostrarle e saranno sicuramente apprezzate. Credo di poter dire che siamo pronti”.
Al centro del dibattito anche il Cortina Sliding Center, la pista da bob che ha fatto molto discutere nel corso dei mesi scorsi per l'impatto sul territorio e per i suoi costi. Ora che l'impianto è pronto e attivo, il Commissario Straordinario del Governo per le Olimpiadi Massimo Saldini ha voluto fare alcune precisazioni: "Per la pista da bob di Cortina era previsto un investimento di 160 milioni, la chiuderemo con 31 varianti di progetto e zero costi aggiuntivi, utilizzando 118 milioni, quindi 42 milioni in meno di quanto inizialmente previsto. Fortunatamente si è parlato molto di Cortina e meno di Livigno, perché è la venue più complessa. Sul versante Mottolino, per la prima volta nella storia delle Olimpiadi, cinque gare si svolgeranno nello stesso punto. Livigno rappresenta l'emblema della nostra attività: è stata in assoluto la venue più difficile da realizzare".