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Napoli campione d’Italia 33 anni dopo, le pagelle tricolore

Kvara e Osimhen decisivi e trascinatori, Lobotka faro del centrocampo, Kim ha cancellato Koulibaly

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Napoli campione d’Italia 33 anni dopo, le pagelle tricolore - foto 1
© Getty Images

MERET 8 – Promosso titolare a inizio stagione per via dell’addio di Ospina, inizia il suo campionato parando un rigore a Colombo alla quarta giornata e da quel momento di prestazione in prestazione (decisivo nelle vittorie sui campi di Milan e Atalanta) diventa il custode della porta dei campioni d‘Italia. Colleziona 15 clean shhet in 30 presenze superando il suo precedente record personale di dodici in una singola stagione e si merita a suon di parate il rinnovo fino al 2024 con opzione di prolungamento per un’altra stagione. 

KIM 9 – Non far rimpiangere Koulibaly non era facile, farlo dimenticare sembrava impossibile. Il coreano è arrivato in silenzio e in silenzio ha guidato con leadership la migliore difesa del campionato. Di testa quasi insuperabile e sicuro quando esce palla al piede, Spalletti a lui non ha mai rinunciato ed è stato ripagato da una grandissima continuità: solo 4 cartellini gialli e anche 2 gol a impreziosire la stagione della consacrazione. Arrivato per meno di 20 milioni oggi ne vale già più di 50. 

RRHAMANI 8,5 – Spalletti lo conferma titolare al centro della difesa e lui risponde sempre presente. Con Kim forma una coppia quasi insuperabile e dà sicurezza a tutto il reparto anche perché la sua velocità concede ai terzini di sganciarsi. Una delle sorprese più positive ma anche una delle costanti della stagione degli azzurri, il momento da raccontare ai nipotini è sicuramente il gol alla Juve nel 5-1 del Maradona. 

JUAN JESUS E OSTIGARD 7 E 6 – I centrali di scorta, che hanno giocato quasi solo per infortuni o squalifiche dei titolari ma si sono sempre fatti trovare pronti. Più presenze e anche un gol per il brasiliano, che per la sua esperienza è stato il preferito di Spalletti quando mancavano Kim e Rrhamani, mentre il norvegese ha avuto pochissimo spazio. 

OLIVERA 7,5 – Arrivato dal Getafe da semisconosciuto si divide da subito la fascia sinistra con Mario Rui e spesso viene preferito da Spalletti per la sua maggiore fisicità. Dimostra di non soffrire l’ambientamento nel nuovo campionato, garantisce una spinta costante e cross a ripetizione e nella gara contro la Cremonese segna anche il suo primo gol italiano.

MARIO RUI 8 – Il suo piede sinistro è una delle chiavi del successo di questo Napoli. Sempre affidabile in copertura, i suoi cross e i suoi calci piazzati sono stati un’arma fondamentale per la squadra di Spalletti come dimostra l’assist a Simeone per la vittoria di Milano sul Milan. A proposito di assist, sono 8 come il voto che si merita. 

DI LORENZO 8 – Se la fascia sinistra è stata divisa tra Olivera e Mario Rui, quella destra ha avuto un solo padrone. Praticamente sempre presente, il nuovo capitano del Napoli dopo gli addii estivi di Insigne, Koulibaly e Mertens ha giocato una stagione a livelli altissimi garantendo una spinta costante, gol (è arrivato anche il primo segnato in Europa) e anche assist per i compagni. “Mi fa un po' strano essere il capitano che alzerà lo scudetto dopo Maradona, mi lascia qualcosa dentro. Sarà un'emozione incredibile”.

LOBOTKA 9 – Uno dei meno celebrati ma uno dei più importanti per la vittoria dello scudetto del Napoli. Il play slovacco classe 1994 è stato il vero e proprio perno degli azzurri per tutta la stagione, ha preso in mano la squadra dettando i tempi delle giocate, contrastando in difesa e facendosi trovare pronto in fase avanzata. Spalletti lo ha paragonato ad Iniesta e gli ha affidato le chiavi della squadra, dai suoi piedi sono passate le fortune del Napoli e c’è una statistica che più delle altre dà l’idea della stagione quasi perfetta che ha disputato: oltre il 90% di passaggi riusciti. 

ZIELINSKI 8 – Un’altra stagione da perno quasi insostituibile del centrocampo azzurro. Il polacco è stato uno dei punti fermi per tutta la stagione e oltre alle qualità fisiche e tecniche che già si conoscevano ha saputo dare imprevedibilità alla manovra della squadra. In doppia cifra tra gol e assist, a fine anno sarà rinnovo o ricca plusvalenza. 

ANGUISSA 8 – Il terzo lato di un triangolo che ha dato grandissima solidità al Napoli. La sua prorompente fisicità è stata una delle armi in più nella volata tricolore, l’intesa con Lobotka è stata quasi perfetta e non sono mancati neanche gol e assist. 

ELMAS 7,5 – Uno dei famosi 16 titolari di Luciano Spalletti, di fatto il primo cambio a centrocampo e spesso anche ai lati del tridente. La sua duttilità è stata un’arma fondamentale per il tecnico e spesso gli ha permesso di cambiare le partite a gara in corso. Prolifico come mai in carriera in zona gol, si è dimostrato anche un preciso rigorista. 

NDOMBELE 7 – Un altro simbolo della panchina azzurra che è stata decisiva per la vittoria finale. Duttile e dinamico, è stato utilizzato di fatto in tutti i ruoli del centrocampo e grazie a tecnica e fisicità non ha mai fatto rimpiangere i titolari. Per lui quest’anno anche il primo gol in Serie A nel 4-0 sul campo del Torino. 

KVARATSKHELIA 10 – La più bella sorpresa della stagione. Un impatto devastante fin dalla prima giornata, giocate in grado di far brillare gli occhi e far sognare i tifosi. ‘Kvaradona’, come è stato quasi subito ribattezzato, è il volto simbolo del Napoli che ha dominato la Serie A da outsider. L’intesa con Osimhen è stata straordinaria, alla pima stagione in Italia è andato in doppia cifra per gol e assist e a testimonianza della grande continuità avuta in stagione è diventato l’unico giocatore nella storia del nostro campionato ad aver vinto per tre volte il premio ‘giocatore del mese’ (agosto, febbraio e marzo). In una sola stagione ha decuplicato il proprio valore di mercato. 

LOZANO 7,5 – L’interprete più offensivo a destra del tridente di Spalletti. La sua velocità e le sue accelerazioni sono state importantissime per scardinare le difese avversarie, ma si è distinto anche per la grande abnegazione in fase difensiva e l’intesa con Di Lorenzo ha funzionato benissimo. Non la sua migliore stagione a livello realizzativo, ma la prima in cui si è capito davvero perché il Napoli anni fa lo pagò 38 milioni. 

POLITANO 7,5 – Si è diviso per tutta la stagione l’out offensivo di destra con Lozano, Spalletti ricorreva a lui quando voleva un po’ più di copertura ma comunque non ha mai fatto mancare il suo contributo in termini di gol e assist. In occasione del 2-0 al Sassuolo ha festeggiato la 135ª presenza nel Napoli che gli permette di entrare nella top 100 delle presenze azzurre all time.

RASPADORI 7,5 – Alla prima stagione in azzurro è già scudetto. Arrivato in estate dal Sassuolo si è dimostrato subito pronto al grande salto iniziando la stagione alla grande sia da centravanti sia da trequartista e risultando decisivo anche in Champions. Per via di alcuni problemi fisici e della straordinaria concorrenza non ha giocato tantissimo nella parte centrale della stagione, ma il suo gol alla Juve al 92esimo sarà ricordato come il gol del tricolore. 

SIMEONE 7,5 – Anche per lui la prima stagione in azzurro è da incorniciare. Il titolare è chiaramente Osimhen, ma il Cholito si cala da subito nel ruolo di vice ed è bravissimo a farsi trovare sempre pronto. Il suo primo gol in Serie A con la maglia del Napoli ha un sapore molto particolare perché è quello della consapevolezza: il colpo di testa con cui abbatte il Milan a San Siro è quello che dà la certezza che il sogno scudetto è possibile. 

OSIMHEN 10 – Capocannoniere indiscusso del campionato, trascinatore e finalizzatore della squadra, ha letteralmente dominato quasi tutte le difese affrontate tra scatti in profondità e salti altissimi per colpire di testa. Finalmente ha vissuto una stagione senza troppi problemi fisici, ma quando è mancato (come nei quarti col Milan) si è capito chiaramente quanto sia fondamentale per questa squadra. Il capolavoro stagionale è il gol alla Roma, a 24 anni Victor è ufficialmente diventato grande e ora vale più di 100 milioni di euro. 

SPALLETTI 10 – A 64 anni è arrivato finalmente il primo scudetto, un premio davvero meritato per uno dei maestri della panchina del nostro calcio. Dopo un’estate di rivoluzione sul mercato, il tecnico di Certaldo ha saputo plasmare un gruppo forte e unito con cui ha letteralmente dominato il campionato (miglior attacco e miglio difesa) mostrando un calcio divertente ed efficace. Impeccabile nella preparazione fisica in estate come nella lunga pausa invernale, è stato anche bravissimo a tenere coi piedi per terra un’intera città: sul terzo scudetto del Napoli c’è la sua firma in calce. 

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