Mondiale per Club, tutti gli acquisti della finestra di mercato straordinaria
© real madrid
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Il ct che guidò gli azzurri nella Coppa del Mondo negli States parla delle difficoltà legate al clima: "Prima della finale calciatori senza più muscoli"
Da Usa '94 al Mondiale per Club. Sono passati 31 anni dall'ultimo grande torneo di pallone negli States e tutto o quasi nel mondo del calcio è cambiato. Tra tante novità però, è rimasta una costante: la torrida estate statunitense. Dopo una stagione infinita, i calciatori, già stremati dall'elevatissimo numero di partite disputate, dovranno fare i conti con un clima sicuramente non ideale per giocare. Sull'edizione odierna della Gazzetta dello Sport, Arrigo Sacchi, ct della Nazionale che affrontò i Mondiali del 1994 negli States, ha ricordato quella spedizione con particolare attenzione all'impatto del clima sui calciatori. "Temperature infernali. E non c’era pace nemmeno di notte, perché l’afa non calava e bisognava tenere accesi i condizionatori nelle camere. Solo che, se dormi con il condizionatore acceso, i muscoli non ti ringraziano... Insomma, fu davvero un mese infuocato. In tutti i sensi".
E allora Sacchi non può esimersi da un "parallelo climatico" tra quell'edizione della Coppa del Mondo e questo Mondiale al via: "Il clima è peggiorato, in quest’ultimo periodo e questo mi sembra un dato di fatto su cui nessuno può discutere. Inoltre le squadre sono costrette a tantissimi viaggi, il che significa che non potranno allenarsi con regolarità. Un giorno sono a Miami e il giorno dopo devono volare in California. Io credo che i giocatori, dal punto di vista atletico, saranno parecchio stressati. Se ricordo com’erano messi i miei ragazzi...".
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Sacchi rivela un retroscena legato al caldo torrido che i calciatori erano costretti a sopportare: "Alla fine del primo tempo di ogni partita, regolarmente giocata sotto il sole perché si doveva scendere in campo nel primo pomeriggio americano per consentire la visione nella tarda serata europea (cosa che accadrà anche durante il nuovo Mondiale per Club, ndr), avevo almeno quattro o cinque ragazzi che mi chiedevano la sostituzione. Non ce la facevano proprio a stare in piedi. E io, allenatore di quella squadra, che cosa potevo dire loro? Cercavo di rincuorarli, chiedevo di stringere i denti, di soffrire, ma mi rendevo conto che tutti stavano andando ben oltre i loro limiti fisici. E non dimentichiamo che non potevo fare cinque sostituzioni come oggi".
Il ct a capo della spedizione mondiale negli States nel '94 ha spiegato quanto fosse difficile mettere in campo un calcio spettacolare fatto di giocate di qualità: "Come si può fare spettacolo a quelle temperature? I massaggiatori prima della finale mi dissero: 'Arrigo, non c’è nulla da massaggiare. Non hanno più muscoli'. Ecco il risultato della permanenza sulla costa est, a più di trentacinque gradi, con le notti tropicali e neanche un filo d’aria. Non vorrei proprio essere nei panni di un allenatore delle squadre che partecipano al Mondiale per Club. La tecnologia ha fatto passi da gigante, saranno state prese delle precauzioni, ma il sole, quando picchia, brucia la pelle".