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Scudetto Milan, le pagelle: Maignan para e fa assist, Tonali leader vero e Leao talento puro

Che sorpresa Kalulu al fianco della "belva" Tomori. Theo-Leao grande catena a sinistra, Pioli ha dimostrato di essere un vincente

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Una stagione indimenticabile per il Milan, una lunga cavalcata verso uno scudetto che mancava da 11 anni in casa rossonera. Un titolo vinto grazie alla straordinaria stagione disputata da alcuni giocatori come Maignan, Tomori, Leao e Tonali, ma anche al contributo di quasi tutti gli altri, ognuno con le sue caratteristiche, ognuno con le sue capacità, ognuno seguendo a modo suo i due uomini-guida di questo gruppo, l’allenatore Stefano Pioli e il totem Zlatan Ibrahimovic.

MAIGNAN 9 – Attualmente uno dei migliori portieri del mondo. Senza stare a discuterci troppo sopra. Fattezze da superuomo, tecnica da fenomeno. La sua stagione non solo è caratterizzata da parate decisive disseminate lungo tutto il percorso, ma anche da assist preziosi scaturiti dai suoi rilanci. Un investimento straordinario per rapporto qualità-prezzo.

TATARUSANU 7,5 – Il secondo perfetto, sempre pronto all’occorrenza. Ha timbrato questo scudetto con un rigore parato nel derby, momento topico della sua esistenza milanista. Esperienza e giusta dose di pelo sullo stomaco gli hanno consentito di assorbire e metabolizzare qualche critica del passato e qualche dubbio sulla sua efficienza.

TOMORI 9 – Una belva affamata che aggredisce il suo diretto avversario ovunque, non necessariamente nei pressi della sua area di rigore. Uno dei tanti colpi azzeccati da Maldini e Massara, che hanno insistito giustamente con la proprietà per un investimento decisamente oneroso. Il Milan si è garantito un titolare fisso per un discreto numero di anni.  

ROMAGNOLI 6,5 – Nel girone d’andata ha indossato la fascia da capitano e ha dato un contributo importante alla causa, poi si è perso tra vari infortuni e una trattativa per il rinnovo contrattuale che è arrivata a un punto morto (e culminerà con l’addio). Ha lasciato il segno con un gol poco fortunato, coinciso con una sconfitta casalinga contro il Sassuolo.

KALULU 8,5 – Questo è un ragazzo che merita una grandissima considerazione, perché è arrivato gratis e senza annunci ad alta voce. Con grande umiltà ha fatto il terzino all’occorrenza poi è stato impiegato nel suo ruolo naturale di difensore centrale e si è imposto come una delle realtà più bella di questa squadra, compreso un gol decisivo contro l’Empoli.

KJAER 6,5 – La sfortuna se l’è presa con lui, fermandolo parecchio prima del giro di boa. In tutto undici presenze prima di rompersi il legamento crociato, tutte buone prestazioni anche dal punto di vista della leadership all’interno della squadra, portandosi sempre dentro la grande emozione di quel pomeriggio all’Europeo in cui salvò l’amico Eriksen.

GABBIA 6 – Un po’ come un bambino che impara a nuotare quando viene buttato in una piscina, si è ritrovato proiettato in mezzo alla difesa in un momento di emergenza. Ha sofferto ma ha anche dimostrato che su di lui si può lavorare, al punto da meritarsi un prolungamento del contratto fino al 2026. Serve anche gente così per puntare ai grandi obiettivi.

THEO HERNANDEZ 8 – Il suo impatto tecnico non è stato devastante come quello della passata stagione, ma è anche vero che adesso gli avversari hanno imparato a conoscerlo e hanno studiato le contromisure. Resta comunque un giocatore di grande spessore internazionale che con Leao forma una catena di sinistra tra le migliori in Europa.

BALLO-TOURÉ 6 – Non sarebbe corretto bollare un giocatore campione d’Italia con un’insufficienza, però in questo caso siamo in presenza di un giocatore che non ha reso per quello che ci si aspettava. Ultime tracce di lui, un tempo giocato nel derby di ritorno vinto dai rossoneri, derby nel quale se non altro ha svolto con profitto il compito di portafortuna.

CALABRIA 7,5 – Arrivato dal basso, dalle categorie giovanili rossonere. Ha costruito la sua carriera mattoncino dopo mattoncino, arrivando anche a portare con autorevolezza la fascia da capitano. Ragazzo umile e innamorato di quello che fa, forse non passerà alla storia per l’interpretazione del ruolo ma ha dimostrato di saperci stare, in questo Milan.

FLORENZI 7 – Ha lasciato qualche dubbio nella prima parte della stagione, quando ci si chiedeva se fosse il caso di riscattarlo dalla Roma. Ha affrontato degli stop forzati ma quando è stato impiegato da Pioli ha sempre dato un eccellente esempio ai compagni di squadra per l’atteggiamento nei confronti del lavoro e per la capacità di stare in campo sempre nel modo giusto.

TONALI 9 – C’è un piccolo paradosso dietro questo ragazzo che da qualche mese regala piacere intenso a chi lo vede giocare. Per restare al Milan ha accettato di guadagnare meno, adesso sarà il club a chiedergli di restare offrendogli un contro-aumento, perché è diventato fondamentale per il gioco di questa squadra, leader tecnico e morale, rossonero vero.

BENNACER 7,5 - Un rendimento costante per tutta la stagione, un estratto di sapienza calcistica e di abilità tecnica che a centrocampo si è abbinato perfettamente con tutti i compagni che gli sono stati affiancati. Ha deciso con un gol la trasferta di Cagliari e ha risolto parecchi problemi a Bologna con gol e assist, un posto fisso tra le scelte di Pioli.

BAKAYOKO 5 – L’unico giocatore davvero insufficiente in questa stagione rossonera. Aveva lasciato un buon ricordo durante la sua prima esperienza a Milano, non è andato male (a tratti) con Gattuso al Napoli, è tornato con un atteggiamento sbagliato. Quasi mai titolare, negli ultimi mesi non è mai nemmeno entrato a partita in corso.

KESSIE 6,5 – Dopo aver scelto i milioni del Barcellona ha imboccato un percorso conservativo, crogiolandosi una comfort zone che gli ha permesso di non infortunarsi per provare a dare tutto se stesso in Catalogna nella stagione che verrà. Qualcosa ha dato anche al Milan, pochino rispetto a quello che aveva dimostrato nel recente passato.

KRUNIC 7 – Una volta negli almanacchi i giocatori come lui venivano definiti “jolly”. Le rose erano ridotte e c’era una sola sostituzione. Krunic ha smentito la leggenda secondo cui “chi gioca bene in tutti i ruoli non gioca bene in nessun ruolo”. Ha fatto il suo a ogni chiamata di Pioli, senza mai protestare e senza minacciare gli equilibri all’interno dello spogliatoio.

BRAHIM DIAZ 7 – Un bellissimo inizio di campionato, con giocate spettacolari, dribbling quasi incontrastabili, 3 gol e un assist nelle prime 6 giornate. Poi è arrivato il Covid e da lì in poi inspiegabilmente si è visto un altro Brahim, meno efficace, meno incisivo, varie volte confinato in panchina per scelta tattica da parte del suo allenatore.

MALDINI 6 – É stata una bellissima favola quella del gol segnato a La Spezia in un pomeriggio che ha visto il Milan tornare a casa vincitore. Da lì in poi non è stato impiegato spesso, il ragazzo ha delle doti ma deve ancora imparare parecchio, nel girone di ritorno ha totalizzato solo una manciata di minuti, ma quel gol e quella favola hanno lasciato comunque il segno sulla stagione.

LEAO 9 – Ogni palla toccata si trasforma in un ruggito. Le sue incursioni sulla fascia sinistra scaldano la tifoseria e terrorizzano le squadre avversarie. Un talento naturale puro che mese dopo mese si è imposto anche in virtù di un carattere scanzonato ma contemporaneamente determinato. Adesso l’obiettivo è convincerlo a rinnovare perché diventerà sempre più forte.  

REBIC 6 – L’anno scorso aveva dato tantissimo, con dei gol, degli assist e una presenza atletica sempre determinante. Tutto questo non si è ripetuto, i motivi non sono facili da comprendere anche per la sua scarsa propensione alla comunicazione, certo sarebbe bastata la metà del contributo di inizio 2021 per dare ulteriore impulso a questa squadra.

SAELEMAEKERS 6,5 – Ha sempre fatto della corsa la sua arma vincente, ma quando si lotta per certi obiettivi servirebbe anche un maggiore contributo qualitativo. Durante questa stagione il belga ha segnato contro la Salernitana e fornito alcuni assist, ma l’impressione è che a certi livelli possa essere al massimo una buona alternativa.

MESSIAS 6,5 – Non gli sembrava vero di essere arrivato al Milan all’inizio della stagione, lui che viene dalla povertà e dai lavori più umili. Il modo di allenarsi così diverso rispetto al passato lo ha penalizzato fisicamente, però in qualche momento della stagione si è guadagnato lo stipendio, pur avendo lasciato un segno indelebile solo in Champions, a Madrid.

CASTILLEJO 6 – Offerto a mezzo mondo durante le ultime due sessioni di mercato, ha finito per rimanere al suo posto senza lamentarsi mai e senza dare problemi a Milanello. E comunque un certo significato la sua stagione l’ha assunto nella partita di San Siro contro il Verona, con due assist che hanno contribuito al ribaltamento di una partita che sembrava stregata per i rossoneri.

IBRAHIMOVIC 6,5 – Il voto è la sintesi di due aspetti contrapposti. È la media tra il 5 che va assegnato a Ibra in quanto giocatore e l’8 che si merita come motivatore. Le sue cifre non sono certo esaltanti, pochi gol e pochi assist, ma la capacità di trascinare il gruppo nella vita quotidiana è stata determinante nella stagione esaltante del Milan.

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GIROUD 8,5 – I numeri non sono quelli di un bomber da Hall of Fame, ma la qualità di quello che ha fatto è sopraffino. Bastino due esempi: la doppietta nel derby di ritorno e il gol decisivo sul campo del Napoli. Tre gol che hanno portato 5 punti alla squadra rossonera, giocate da bomber di razza che va, come dicono dalle sue parti, “droit au but”, dritto all’obiettivo.

PIOLI 9 – In pochi mesi si è scrollato di dosso l’etichetta di allenatore perdente. In vita sua aveva vinto solo a livello giovanile con il Bologna e negli anni successivi aveva raccolto tanti consensi, nessun titolo e qualche delusione cocente. A quasi 57 anni ha dimostrato invece di essere un saggio, un profondo conoscitore di calcio e soprattutto un vincente.

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