TRIONFO ROSSONERO

Ibra, Giroud, Florenzi e Kjaer: il peso dei senatori sullo scudetto

Milan Campione d'Italia grazie al gruppo, ma sono i più esperti a indicare la via e tenere la squadra unita

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Il 19.mo scudetto del Milan ha radici profonde nella forza del gruppo e nello spirito di squadra, ma all'interno dello spogliatoio rossonero in questa stagione il peso specifico dei senatori ha avuto un ruolo cruciale per centrare il grande obiettivo, dare certezze e non far tremare la squadra nei momenti chiave. Oltre alla freschezza, alla determinazione e alla fame di vittoria dei giovani, Pioli si è infatti affidato anche al prezioso supporto di Ibra, Giroud, Kjaer e Florenzi. Un poker d'esperienza che ha saputo dare i giusti stimoli e indicare la via per crederci fino alla fine. Tutto con ruoli, modi e tempi diversi. 

Per quanto riguarda il contributo di Ibra non contano solo i numeri. Indipendentemente da minuti giocati, gol e assist, la sola presenza di Zlatan a Milanello o a bordocampo ha consentito a tutta la squadra di guadagnare in convinzione e autostima. Dettagli che hanno aiutato il gruppo a crescere, alzare gli standard in allenamento e migliorare all'ombra del suo condottiero. Un condottiero molto esigente che in questa stagione ha dovuto fare i conti con la carta d'identità, è vero, ma che ha anche dato sempre tutto per recuperare il prima possibile e tornare a dare il suo contributo di classe ed esperienza. Dopo un inizio di stagione travagliato che l'ha costretto a saltare sei partite per problemi al ginocchio e al tendine d'Achille, in campionato Zlatan ha dato il meglio tra ottobre e gennaio mettendo a referto sette gol e due assist in quattordici presenze. Poi un altro mese di stop, qualche spezzone di partita a marzo, altre due settimane fermo ai box e un finale di stagione da "vice-Giroud" con un assist a Tonali nella pesante vittoria contro la Lazio in extremis e tanta personalità nel farsi dare la palla negli ultimi minuti caldi di diversi match.

Discorso diverso invece per Giroud. Preso per innescare una staffetta con Ibra al centro dell'attacco, il francese in questa stagione si è rivelato un acquisto azzeccato alla resa dei conti. Non solo in termini numerici, ma anche di personalità, carattere e determinazione. Al netto di qualche prestazione un po' al di sotto degli standard, Olivier ci ha messo un po' a ingranare in rossonero, ma ha dato sempre la sensazione di essere nel posto giusto segnando reti pesanti e parlando e agendo sempre da leader. Dopo la doppietta col Cagliari alla seconda di campionato, il numero 9 rossonero si è dovuto fermare per circa un mese causa Covid, lombalgia e un fastidio alla schiena. A ottobre ha infilato cinque presenze e due reti, poi un infortunio muscolare l'ha tenuto fuori fino a metà dicembre. Da lì il francese non si è più fermato, scendendo sempre in campo e collezionando altri sette gol e due assist con tanto di doppietta show nel derby, rete decisiva nello scontro diretto col Napoli e doppietta super all'ultima di campionato contro il Sassuolo. Firme pesantissime sullo scudetto rossonero. 

Meno appariscente di Giroud, ma altrettanto importante nella volata rossonera verso lo scudetto è stato poi Florenzi, altro senatore che ha contribuito al trionfo con la sua esperienza, generosità e capacità di adattamento. Jolly preziosissimo nelle mani di Pioli, l'ex Psg, Valencia e Roma è arrivato a Milanello in sordina, ma lentamente ha saputo conquistarsi un posto importante nello spogliatoio e nel cuore dei tifosi. Utilizzato in ruoli diversi e per tamponare le varie emergenze, Alessandro in campionato ha avuto due lunghi stop per problemi al menisco. Il primo l'ha tenuto fermo per sei giornate tra fine settembre e inizio novembre; il secondo per altre quattro gare da inizio aprile a inizio maggio. In mezzo diverse presenze, un discreto minutaggio e due gol, il primo contro l'Empoli, il secondo nel finale contro il Verona per mettere il risultato in cassaforte e indirizzare la volata scudetto. Una garanzia per Pioli e per la squadra.  

Infine c'è Kjaer. Uomo squadra e pilastro della difesa, il danese ha iniziato la stagione con la solita personalità dando sicurezza al reparto e fermandosi solo due turni per un problema muscolare. Poi il grave infortunio al ginocchio ha chiuso la sua stagione. Almeno per quello che riguarda il campo. Nello spogliatoio e sui social, infatti, il centrale rossonero ha fatto sempre sentire la sua voce e il suo sostegno. Un sostegno costante che ha dato al gruppo un esempio da seguire e un motivo in più per lottare. Lottare per lo scudetto e lottare anche per prendersi il suo posto al centro della difesa. La sua assenza, infatti, ha innescato anche una grande concorrenza in difesa, consentendo l'esplosione della coppia Kalulu-Tomori che ha contribuito a blindare il reparto su cui costruire il sogno scudetto. In casa Milan il 19.mo scudetto porta anche le firme dei senatori

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