Il tecnico bianconero dopo il suo quinto scudetto di fila: " Si può piacere o non piacere, ma se raggiungi gli obiettivi non puoi essere un co..."
E' senza ombra di dubbio Massimiliano Allegri uno dei grandi artefici della cavalcata bianconera. L'ottavo titolo di fila coincide con il quinto tricolore firmato Max, che sabato in conferenza stampa post partita si è tolto qualche sassolino: "Tra qualche anno, quando avrò smesso, penserò a questi scudetti consecutivi e dirò che qualcosa di buono l'ho fatto - le sue parole -. Mi sto divertendo tanto. Le critiche ci stanno e fanno parte del gioco, alcune sono anche stimolanti. Però penso questo: io sono cresciuto con i migliori e non ho mai criticato qualcuno che ha raggiunto un obiettivo importante, che fosse uno sportivo o un imprenditore. Ognuno ha i propri metodi di lavoro ma, se raggiunge gli obiettivi, è un dato di fatto. Si può piacere o non piacere ma, se si vince, non si può criticare".
Allegri si concentra sui risultati e rincara la dose: "Ho avuto allenatori che non mi piacevano, ma mi incuriosivano e mi dicevo: 'Se vince, qualcosa deve avere'. Uno non porta un'azienda a fatturare un miliardo di euro perché è un coglione. Per pensare queste cose qui, non bisogna essere dei polli da allevamento".
Poi il pensiero va subito al futuro, inteso come prossima stagione ma anche come parte finale di questa annata: "Quando la società lo vorrà, ci siederemo a un tavolino per parlare delle cose positive e di quelle negative accadute durante la stagione - spiega il tecnico -. Si lavora sempre per migliorare nell'annata futura, non c'è da inventare nulla ma da provare giocatori in posizioni diverse, questo sì, per avere un'idea più chiara visto che qualcuno è ancora giovane. Qualcosa si è già visto, tipo Emre Can centrale, Bernardeschi più mezzala, anche Cancelo può fare la mezzala e Alex Sandro il difensore centrale. Ci sono cose che mi incuriosiscono, il campionato è vinto ormai. Una rivoluzione? Rivoluzionare non serve a nulla, bisogna migliorare la qualità del gioco e gestire diversamente le partite perché così possono cambiare le competizioni. In questo bisogna migliorare".