corsi e ricorsi

Inter, la seconda stella attesa 58 anni: quanto la prima

Nel 1966, a 58 anni dalla fondazione, l'Inter festeggiava la prima stella battendo la Lazio 4-1. E, proprio nel 2024, è arrivata la seconda

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Ci sono voluti 58 anni. Anche questa volta. Fondata nel 1908 l’Inter ottiene la prima stella nel 1966. Adesso, con perfetta cadenza, nel 2024 è arrivata la seconda. Allora il trionfo fu il suggello della Grande Inter! La squadra della celebre “filastrocca”: Sarti, Burgnich, Facchetti, Bedin, Guarnieri, Picchi, Jair, Mazzola, Peirò, Suarez, Corso. In panchina il mago Helenio Herrera ma anche Domenghini (che diventerà presto titolare al posto del centravanti spagnolo), Gori, Landini, Cappellini, Malatrasi, Cordova.

Il decimo scudetto “è un francobollo che completa con la stella d’oro, una già ricca collezione“: parole scandite dal presidente Angelo Moratti il 15 maggio 1966, giorno del trionfo. Lo scenario è quello di un San Siro (a due anelli) gremito da oltre 60mila tifosi, l’avversario la Lazio. È la penultima giornata del campionato. Una cavalcata che è partita il 4 settembre 1965 con un perentorio 5-2 al Varese impreziosito da una doppietta di Facchetti. Quell’anno San Siro è una roccaforte che nessuno riesce a espugnare. Nemmeno il Ferencvaros de “l’Imperatore” ungherese Florian Albert o il Real Madrid del “colonnello” Ferenc Puskas. Il cammino in Serie A non è però in discesa ma tutti gli ostacoli vengono superati. Il gruppo è motivato nonostante sia reduce da due vittorie consecutive in Coppa Campioni con l’appendice della doppia Intercontinentale. La formazione non cambia ma la voglia di cucirsi la Stella sul petto è tanto forte da ricaricare batterie e motivazioni.

Torniamo alla sfida decisiva con la Lazio. La partita arriva in un momento delicato. L’Inter durante la stagione non ha dovuto superare momenti particolarmente complessi ma la superiorità nei nerazzurri conosce delle pause proprio nel momento decisivo, a cavallo tra aprile e maggio. Due pareggi e una sconfitta a Bologna permettono proprio ai felsinei, secondi, di riavvicinarsi in classifica. Tra le due squadre ci sono appena quattro punti. L’Inter chiuderà, poi, con lo stesso distacco il campionato (50 punti contro i 46 dei rossoblù).

A San Siro la “banda Herrera” gioca due gare consecutive. È il momento della verità. Nella prima viene regolata la già stellata Juventus per 3-1 (anche qui con il doppio timbro di Facchetti) poi arriva il turno della Lazio: è lo scontro decisivo. L’obiettivo è vicino ma l’esperienza è necessaria e la voglia di rivalsa dei nerazzurri al massimo dopo l’eliminazione dalla Coppa Campioni. La squadra del Mago si è vista negare la terza finale consecutiva per mano del Real Madrid in semifinale. A Milano l’andata finisce 1-1 (Amancio, Facchetti) ma il 13 aprile al Bernabeu l’Inter è sconfitta da un gol di Pirri.

A San Siro un mese dopo, il 15 maggio 1966, fa caldo e si gioca di pomeriggio. Manca una vittoria per la conquista matematica del tricolore. Capitan Picchi e compagni partono forte ma la Lazio è una formazione solida che oppone una efficace resistenza. Serve il colpo di un fuoriclasse. A trovarlo è “l’architetto” Suarez che prima contende a Mariolino Corso e poi calcia una punizione perfetta che annichilisce il portiere biancoceleste Gori. I laziali reagiscono e pareggiano a inizio ripresa. È come gettare benzina sul fuoco. I nerazzurri si riversano in attacco. Mazzola, capocannoniere nerazzurro (chiuderà con 19 gol la stagione), fa il 2-1 con un tocco rapace in area, ancora Suarez chiude i conti dopo un assolo straordinario che costringe all’autogol il difensore Governato. L’ultimo sigillo per il poker lo appone Domenghini nei minuti finali.

I tifosi nerazzurri sono assiepati bordo campo per l’attesa invasione che, come tradizioni all’epoca, scatta triplice fischio. Sulle bandiere sono già cucite le stelle. Tra i colori sociali del club nell’iconico stemma ideato nel 1908 dal pittore Giorgio Muggiani, c’è anche il giallo oro che adesso diventa una stella sul cuore. Sono passati 58 anni dalla nascita dell’Internazionale Football Club. Straordinariamente lo stesso periodo di attesa, dal 1966 al 2024, per aggiungerne una seconda. Anche questa indimenticabile, come quella regalata ai tifosi dalla Grande Inter di Angelo Moratti.

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