Le pagelle del Giro: Dumoulin da 10, Quintana delude

L'olandese bravissimo a reagire alle difficoltà. E che fenomeno Gaviria

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Era piazza del Duomo di Milano eppure sembrava di stare a Combita, in Colombia. I tifosi di Quintana erano tanti e si mischiavano a quelli di Gaviria. Ma tra di loro, tra tutti in realtà, serpeggiava un ottimismo solo di facciata. Sorrisi tirati e sospiri. "Ah, Dumoulin". Eh già, Dumoulin ha demolito tutti. Quintana, il nostro Nibali, Pinot. E allora quando è risuonato l'inno olandese e si è visto questo ragazzone sollevare il trofeo senza fine del Giro, tutti, ma proprio tutti, si sono sciolti in un applauso dovuto e doveroso.

LE PAGELLE

Dumoulin voto 10 - In un contesto normale, meriterebbe due mezzi voti in meno. Mezzo per la non corretta alimentazione che gli ha provocato il guaio intestinale sullo Stelvio e mezzo per la disattenzione fatale che gli ha fatto perdere la maglia a Piancavallo. Eppure è stato l'unico a regalare spettacolo per davvero. A Oropa, ad esempio, con una prova di forza mostruosa. E nelle due cronometro. La prima, dominata da campione. Ma l'ultima, decisiva, lo attendeva al varco. Era favorito e tutti si aspettavano recuperasse su Quintana. Lo ha fatto con classe, tranquillità e grande, grandissimo cuore. Un cuore rosa, come la maglia che ha indossato sotto la Madonnina.

Quintana 6,5 - Secondo e contento, anche se non ci credono in molti. Sul Blockhaus sembrava l'inzio di un monologo, imprendibile come era parso in montagna. E invece non ha più brillato, ha tirato i remi in barca sperando bastasse qualche puntura di spillo per tarpare le ali alla farfalla di Maastricht. Il guizzo d'orgoglio a Milano, dove per una manciata di secondi ha difeso il secondo posto dall'assalto di Nibali. Ha detto di aver avuto la febbre in montagna, vedremo al Tour se sarà più brillante sulle salite.

Nibali 8 - Non ci fosse stato il buon Vincenzo l'Italia avrebbe chiuso il Giro del Centenario senza vittorie. Il numero sullo Stelvio è stato di pura, purissima classe. La condizione non l'ha sorretto, ha sbagliato sul Blockhaus a rispondere a Quintana andando fuori giri. Poi ha sofferto ma non ha mai mollato. Gli è mancata la brillantezza per scappare, a volte è stato a curare Quintana. Ma di più non poteva fare e il podio finale lo ha ripagato di tanti sacrifici. E poi la vittoria con dedica a Scarponi vale più di ogni altra cosa.

Pinot 7 - E' crollato nella crono finale, ma nei giorni precedenti aveva addirittura attentato al podio di Nibali e Quintana, con azioni importanti. La vittoria di Asiago è stata una meravigliosa perla. Bravo!

Landa 8,5 - Che spettacolo! Ed è stato un peccato vederlo andar fuori classifica per la caduta di gruppo del Team Sky provocata da una moto. Libero da ambizioni di classifica (e quindi meno marcato, è vero) non solo ha vinto la maglia azzurra, ma ha dato spettacolo in salita, con due secondi podi e un successo dedicato a Scarponi da brividi.

Jungels 8 - Per tanti è il ciclista del futuro. Ha indossato di nuovo la maglia rosa. A Bergamo ha messo in fila i migliori in un arrivo da classica, a Milano ha strappato la maglia bianca a Yates. Giù il cappello.

Gaviria 9 - Che poker! Quattro successi, la ciclamino fino a Milano mantenendo la promessa. Uno degli sprint vinti è stato un autentico capolavoro di classe, scaltrezza e potenza. Meraviglioso, anche nell'aiutare il suo capitano Jungels.

Greipel 5 - Una vittoria di tappa, la maglia rosa e poi? Il nulla. Non pervenuto, e ritirato. Poteva e doveva fare di più.

Pozzovivo 7 - Ha chiuso sesto: non è il suo miglior piazzamento al Giro, ma ha tenuto botta in salita arrivando sempre coi migliori.

Van Garderen 6 - Lì nel limbo: capitano sì, ma mai convinto e convincente. Però a Ortisei ha fatto un gran numero!

Mollema 5,5 - Non è crollato e ha chiuso con un dignitoso settimo posto. Con la scoppola di Oropa ha deciso di giocare solo in difesa e di portare a casa il piazzamento finale.

Kruijskwijk 5 - Si è visto solo quando ha aiutato Dumoulin a rientrare. Poi si è ritirato. Anonimo.

Zakarin 7 - Irregolare, ma spettacolare. Va come un matto, a volte, ed emoziona. Poi si perde. Ma ha stoffa.

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