Running e ciclismo: quando il “Pro” diventa maratoneta

Ciclismo e running sembrano pratiche sportive parallele, eppure non sono mancati casi di grandi campioni del pedale che hanno ceduto al fascino della maratona

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La tappa a cronometro con traguardo davanti al santuario della Beata Vergine di San Luca apre a Bologna, sabato 11 maggio, il 102° Giro d'Italia, che dopo 21 tappe e 3.518,5 chilometri si concluderà all'Arena di Verona, domenica 2 giugno.
Ciclismo e running, a prima vista, sembrano pratiche sportive parallele, destinate a incontrarsi solo nella multi-disciplina del triathlon e del duathlon, eppure non sono mancati casi di grandi “Pro” del pedale che hanno ceduto al fascino della maratona. Il ricordo più immediato è all'oggi innominabile Lance Armstrong, che nel 2006 venne convinto dal suo sponsor tecnico, la Nike, a partecipare alla maratona di New York. Va precisato che in fatto di corsa Armstrong non era un principiante assoluto, grazie al proprio passato sportivo da triatleta, ma nonostante l'azienda di Beaverton (Oregon, USA) gli avesse messo a disposizione il super coach Alberto Salazar (che in carriera di New York City marathon ne aveva vinte tre) e nonostante due “pacer” d'eccezione come i campioni olimpici Joan Benoit (maratona) e Hicham El Guerrouj (1.500 e 5.000 m), “il texano dagli occhi di ghiaccio” chiuse la corsa in 2:59'36”, al di sotto delle aspettative. Si rifece l'anno dopo, portando il primato personale a 2:46'43” e ci riprovò ancora nel 2008, a Boston, dove concluse i 42,195 km in 2:50'58”.

“Pensionati” eccellenti Un po' più bravo è risultato il campione mondiale a cronometro Laurent Jalabert, che nel 2007, a quasi 39 anni, ha concluso la maratona di Barcellona in 2:45'52. Smessi i panni del “mostro” sui pedali si è dedicato al triathlon più lungo e in occasione di un Ironman di Kona (Isole Hawaii, USA) ha coperto la conclusiva frazione di maratona in 3:11'. Ancora meglio: 2:39'19” è invece il tempo fermato alla maratona di Barcellona dallo spagnolo Abraham Olano, capace del doppio oro Mondiale nella corsa in linea e in quella a cronometro. Diverso invece l'approccio dell'ex primatista dell'ora Chris Boardman (49,441 km), che nel 2009, a quasi 41 anni, ha corso la maratona di Londra con lo scopo di raccogliere fondi a favore della National Autistic Society. Lo ha aiutato il campione olimpico della pista Chris Hoy, che per scommessa si è impegnato a donare a Boardman una sterlina per ogni volta che, durante la maratona, qualche spettatore gli avesse gridato: “Dove hai lasciato la bicicletta?”. Per la cronaca, Boardman ha comunque chiuso la 42,195 km in un buon 3:19'27”.

Un “cittì” da 42 chilometri Tra gli italiani che vantano un passato da ciclista professionista di alto livello, il più assiduo frequentatore di maratone oggi è proprio il commissario tecnico della nazionale di ciclismo, Davide Cassani, con un primato personale di 2:45'27” stabilito alla maratona di Pisa nel 2013, due settimane prima di compiere 53 anni. Non pago di tanto correre, nel 2015 si è cimentato nella 100 km Firenze-Faenza, conclusa in 9:28'12” (nella foto di Giancarlo Colombo).

«Per fortuna che il traguardo era molto vicino a casa mia - ha poi commentato l'ex ciclista faentino, che ha ammesso: - ho partecipato a 12 Giri d'Italia, 9 Tour de France e 9 campionati del mondo, ma raramente ho sentito dentro di me il senso di fatica che mi ha assalito negli ultimi 20 km del “Passatore”.»

(ha collaborato Andrea Schiavon)

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