TRAILRUNNING

Ritorno ai monti: con le mani e... senza freni sulle montagne della Val Brembana  

Marco Zanga e Vivien Bonzi vincono in Val Brembana la prima tappa del circuito di Lombardia Mountain Run CSEN outdoor. C'eravamo anche noi.

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Alla partenza della Ubiale Mountain Run lo sguardo parte dal basso: duecento paia di coloratissime scarpe da trail. Poi sale alle sgargianti divise degli atleti, fino ad incrociare gli occhi altrettanto “accesi”, determinati e vagamente ansiosi (non solo di scattare al via) di tutti noi che stiamo per lanciarci lungo i quindici chilometri e su per i milleduecento metri di salita dell’itinerario di una prova dalle condizioni meteo indisiose e dal terreno di gara tutto da interpretare.

Il gonfiabile di partenza della prova orobica è già a suo modo… un traguardo: dopo tre rinvii a causa dell’emergenza sanitaria, la Ubiale Mountain Run è pronta a partire. La giornata è grigia ma... rosso ed arancione appartengono – speriamo – al passato. Siamo “gialli” e questo significa che sta per scattare il verde. Tutti i colori del trailrunning, appunto!

L’allentamento delle restrizioni anti-Covid ha finalmente dato ad Autocogliati Pegarun ed al Gruppo Amici del Monte Ubione il via libera da parte del comune di Ubiale Clanezzo per lo svolgimento di questa prova, interamente tracciata sul territorio del paesino appena oltre l’imbocco della Val Brembana. Il cielo è plumbeo, gonfio di umidità ma la pioggia inizierà a cadere solo quando sarò di ritorno alla macchina per una prima sommaria ripulita e per cambiarmi, vale a dire risparmiando la gara dei top runners e rendendo ancora più pesante il finale di quella dei ritardatari. Insomma, significa che - come spesso accade - mi trovo nella "terra di nessuno", tra quelli che possono e quelli che nemmeno ci provano, visto che il mio attuale stato di forma “trail” lascia a desiderare: l’ultima gara risale alla fine di ottobre 2020 (più di sei mesi fa!) alla Val del Riso Trail di Gorno, nella "diversamente orobica" Val Seriana.

Primo chilometro serpeggiante tra le vie del paese e poi, dopo un “ingorgo” (anzi un vero e proprio “tappo”) nell’unico collo di bottiglia del percorso (chissà se un altr’anno si potrà trovare un’alternativa) ci lanciamo sui sentieri. O meglio, quelli forti si lanciano. Io ed i miei pari traccheggiamo come meglio ci viene, già sudati e sbuffanti, con la prospettiva di arrancare dove la traccia s’impenna e l’augurio di fare un minimo di velocità sulle discese.

Sui sentieri che toccano uno dopo l’altro i GPM di Corna del Mass, Monte Ubiale, Corna Marcia (Cima Coppi della gara a 1033 metri di quota) e del Monte Ubione, il primo a scatenare la bagarre è Sergio Bonaldi (portacolori del team Autocogliati del presidentissimo Giorgio Pesenti) che dovrà però arrendersi ad un problema muscolare lasciando via libera alla sfida per la vittoria tra Marco Zanga e Luca Arrigoni, pure loro atleti Autocogliati. Poco prima del traguardo quest’ultimo cade rovinosamente e Zanga con spirito molto sportivo si ferma ad aiutarlo a rimettersi in piedi per poi proseguire assieme verso il traguardo. Bella premessa per un finale in volata e meritata vittoria (la prima in carriera) del giovane Zanga from Albino. Finish time per Marco: un’ora, 26 minuti e 63 millesimi, con Arrigoni secondo a… 38 millesimi (trentotto!). A completare il podio lo skyrunner di livello mondiale Danilo Brambilla dei Falchi di Lecco, che piomba sul traguardo tre minuti ed una decina di secondi dopo i primi due. Cerimonia del podio e, per chi punta in alto, conferme e rivincite già domenica 9 maggio a Vertova in Val Seriana per il Trail del Segredont, seconda delle cinque tappe del circuito, che prevede un interessante “step” con il suoi 22,7 chilometri di sviluppo e soprattutto i suoi 1700 metri di dislivello positivo. Lo salterò malvolentieri, il mio calendario agonistico prevede il Colmen Trail sulla “Montagna Magica” di Morbegno, alle porte dell’amata valtellina: come dire, “casa”! Anche se devo piacevolmente ammettere di sentirmi tutt'altro che straniero tra queste montagne da un anno circa a questa parte.

Ma facciamo un passo indietro (anzi, parecchi!) per tornare alla gara di noialtri ”terrestri”. Superate alla bell’e meglio le prime asperità di giornata tra boschi, brevi tratti attrezzati con catene su roccette (dove usare anche le mani per tirarsi su...) e sentieri ottimamente preparati e puliti dagli organizzatori (tanta riconoscenza per il lavoro fatto prima, durante e dopo la gara, ma soprattutto per averci ostinatamente creduto!), approdo finalmente al mio terreno preferito: la discesa! Impiego sempre due o tre minuti - scavallati il valico o la la vetta - a riprendere la necessaria confidenza. Poi però mi lancio goduriosamente e qualche volta anche da incosciente, visti i ventotto anni e mezzo... ma per gamba! Mi rendo conto solo a gara inoltrata che - nella trance agonistica - ho  giusto abbassato sotto il mento il bavaglino-mascherina, senza infilarlo invece in qualche taschino della divisa della Sportiva Lanzada. Nonostante l’obbligo di portarla “alta” sia limitato ai nei primi cinquecento metri di gara. E poi alle ultime centinaia di metri di gara e dopo l’arrivo, of course (di corsa…!).

Il tratto di rientro a mezzacosta dal Monte Ubiale fino all’attacco dell’ultima salita è “da matti”. Riesco ad operare un paio di ricongiungimenti, inseguito come una furia e motivato a tirarmela dietro da Maria, simpatica brasiliana del GS Alpini di Sovere, residente ad Ardesio, che il prossimo 24 luglio sarà punto di partenza della temibile Orobie International Skyraid da 55 chilometri di sviluppo e 3800 metri di dislivello positivo by Mario Poletti/Fly-Up Sport alla quale mi sono iscritto, ancora più incautamente che nelle volate in discesa! Con ogni probabilità una delle skymarathon nelle quali il mio traguardo (invece che quello di Valbondione) sarà il primo cancello orario proibitivo contro il quale sbatterò il muso. Spero almeno solo metaforicamente…!

Doppiata la vetta  del Monte Ubione, decido che per oggi con le “mattate” può bastare: la discesa verso il traguardo è a tratti scoscesa e troppo più disseminata di sassi viscidissimi rispetto a quelle che l’hanno preceduta. Mi vengono in mente (e non faccio nulla per mandarli via) gli imminenti impegni al già citato "Colmen" nella Bassa Valtellina ed alla Sky del Canto. Per non dire della 50K del Quartrail des Alpages di fine mese in Valle d’Aosta). Tolgo quindi una marcia - se non due - e punto serenamente verso il campo sportivo di Ubiale, dove intanto sono arrivate anche le protagoniste della prova femminile. Gara solitaria e podio alto per Vivien Bonzi (Team Gaaren Be A Hero, 34esima assoluta) che rientra alla base un’ora, 45 minuti e 2 secondi dopo averla lasciata. Dove la giovane promessa di Sorisole attende per sei minuti l’arrivo di Francesca Gianola (GEFO Gruppo Escursionisti Falchi Olginatesi, 48esima della generale) e poco più di dieci per quello di Monica Vagni (Atletica Paratico, 71esima assoluta) che dà il via libera alla cerimonia del podio rosa. Del quale non c’è già più traccia quando mi presento al traguardo io… Due parole liberatorie al microfono di Tony Tranquillo che con il suo vocione mi tiene ogni volta compagnia nel finale di gara, in un certo senso guidandomi al traguardo, il passaggio “ai box” per ritirare le brioches che... sacrificherò golosamente sulla strada del ritorno, un colpo di clacson ed un cenno di saluto all’amico Luca Boffetti di Pico Sport. E poi… via verso casa. Inizia, letteralmente, la mia seconda “gara” di giornata, alla volta della redazione di Sportmediaset a Cologno Monzese. C’è l’ultimo turno di prove libere del GP del Portogallo: la Formula Uno non aspetta!

Tra il pomeriggio e la sera, tra una pole a sorpresa di Bottas ed un’altra straordinaria performance in qualifica di Russell mi sorprenderò a rimirare di tanto in tanto la mia bellissima “medaglia di legno” (nel vero senso della parola) a forma di cuore dell’Ubiale Mountain Run che occhieggia dallo zainetto sotto la mia postazione. Sopra c’è inciso: “Mola mia”. Lo terrò bene a mente per le prossime uscite trail ma soprattutto sky e speriamo anche ultra!

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