TRAILRUNNING

Ghiaccio bollente sulle montagne del Kima  

Aspettando il mitico “Kima” di fine agosto, le montagne della Val Masino hanno fatto da spettacolare “quinta” ad una prova “winter” in grado di regalare soddisfazioni sia ai top runners che agli amatori

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L’idea originale era quella di rispolverare i ramponcini, montarli sulle scarpe da trail per aumentarne adeguatamente la tenuta sulla neve e lanciarsi (vabbeh …) lungo i sentieri innevati della Val Masino, anzi del suo ramo orientale: la fiabesca Val di Mello. Invece i miei preziosi NORTEC questa volta sono rimasti nello zaino perché la prima edizione del Val di Mello Winter Trail è andata in scena (e che scena, anzi, che scenario) senza neve ma in compenso largamente provvista di passione, entusiasmo, divertimento e … ghiaccio.

Ghiaccio non particolarmente abbondante, ben segnalato, ma ugualmente insidioso: troppo poco per utilizzare i ramponcini senza … distruggerli, ma abbastanza per non azzardarsi a prendere sottogamba una prova nata comunque bene e sicuramente destinata a diventare una classica. Una di quelle prove utili ad anticipare la stagione trail vera e propria, strizzando però l’occhio anche a chi, d’inverno, si dedica prevalentemente allo scialpinismo.

Decido di lasciare la pianura e di portarmi in zona già alla vigilia della gara e così domenica mattina mi chiudo alle spalle di buon’ora (buona e pure … freddina) la porta della mia base in Valmalenco per arrampicarmi lungo i tornanti dalla Val Masino. Filo via spedito, tranne che per un attimo di incertezza in località Filorera dove se non sto attento … mi lascio prendere da non so cosa e vado lungo in staccata, rischiando di lasciare la Strada Provinciale 9 che mi porta a San Martino, per infilare invece via Moss e trovarmi davanti al Centro della Montagna, base logistica del mitico Trofeo Kima, nei pressi del pratone che ne ospita il villaggio e la zona di partenza e arrivo. I ricordi (indelebili) corrono all’ultima edizione della corsa dedicata a Pierangelo Marchetti, nel 2018. Ed il pensiero corre (è il caso di dirlo) alla prossima, quella che si svolgerà alla fine del prossimo mese di agosto: domenica 30, per la precisione. L’attesa è tanta, la voglia pure … Qui, se vi va, trovate il racconto di due anni fa, appunto …

In attesa dell’estate e del KIMA, meglio concentrarsi sull’impegno di giornata. Contornato il Sasso Remenno, santuario dell’arrampicata popolarissimo tra i climbers nazionali e non solo, in un attimo sono davanti all’ufficio turistico di San Martino. Mirko Bertolini e Valentino Speziali, trailrunners sopraffini, sono entrambi indaffaratissimi, alle prese con le incombenze del loro esordio nel ruolo (complicatissimo e dispendioso) di organizzatori. Valentino tra l’altro riuscirà addirittura a schierarsi al via ed a fare corsa di vertice. Per entrambi, oltre che con la mancanza di neve, c’è da fare i conti con gli ultimissimi ritocchi alla loro “creatura”: la distanza viene ridotta di un paio di chilometri (dieci al posto di dodici) come risultato del taglio del settore più orientale del percorso, in Val di Mello. Laggiù (anzi, lassù) il pericolo ghiaccio è molto pronunciato. Non si può fare diversamente: runners ed organizzatori non sono praticamente mai sulla stessa lunghezza d’onda in questi casi. Mirko e Valentino lo sanno meglio di tutti frequentando entrambi i ”versanti”. Però (anzi, appunto) da concorrente mi dispiace non poter correre lungo quel sentierino single-track divertente e nervoso, tutto cambi di direzione in mezzo alla foresta, che ricordo bene dalla mia partecipazione al Kima Trail Running, antipasto e sorella minore (anzi, solo lontanissima parente) del Kima, del quale oggi ripercorriamo lunghi tratti, ma in senso orario.

Caffè, brioche, ritiro del pettorale e del pacco gara: incombenze abituali, automatismi. Servono a “costruire” metodicamente la marcia di avvicinamento all’ora del via. Procedure scontate, praticamente immutabili. Portano tranquillità, trasmettono sicurezza, la certezza di essere senza ombra di dubbio nell’unico posto nel quale vorresti trovarti in questo preciso istante. Calma interiore prima che si scateni la tempesta, prima dell’ingresso nella gabbia di partenza. Dove il tempo si annulla, la calma va a farsi benedire, le gambe assumono la tremolante consistenza del budino …

Scattiamo a molla alle dieci ed un quarto, dal centro sportivo di San Martino, con quindici minuti di ritardo sul programma originale, in modo da permettere alla luce del sole di raggiungere una porzione più ampia dell’itinerario, quasi completamente adagiato sul fondovalle, incassato tra pareti molto ripide e quindi particolarmente “inaccessibile” alla luce naturale, soprattutto nei mesi invernali …

I primi chilometri sono tutti su asfalto e fanno subito la differenza tra top runners e … resto del mondo. Attraversiamo il paese e ci dirigiamo con varie svolte verso l’imbocco della Valle dei Bagni. Lasciamo però la strada per un sentiero tra i boschi che mi fa ripensare al vicino “paradiso” della Foresta dei Bagni del Masino. Un luogo incantato. Dall’altra parte del fondovalle vedo i top in bagarre, il podio già ben delineato. Luca Del Pero, talento emergente dei Falchi di Lecco, è lanciato verso la vittoria che coglierà di ritorno a San Martino in quarantuno minuti, uno scarso di vantaggio sull’intramontabile Emanuele Manzi (Malonno) ed uno e diciotto sul portacolori della Recastello Radici Group Fabio Ruga. Un paio di minuti dopo, rapida inversione di marcia anche per noi e (già bruciata buona parte dei duecentocinquanta metri circa di dislivello positivo) andiamo a prendere la strada panoramica che collega “in quota” i due rami della Val Masino. Si corre ora in discesa o quantomeno in falsopiano, finalmente al sole, a monte della case di San Martino. Come al solito mi sono ottimisticamente schierato troppo avanti nella gabbia ed è praticamente dallo start che mi vedo passare a destra ed a sinistra. Seguo per un certo tratto Natalie del Team Valtellina che chiuderà undicesima nella classifica femminile, il cui podio sarà composto da Samantha Galassi (Recastello, vincitrice appena sotto i cinquanta minuti), e dalle locals Elisa Compagnoni (Atletica Alta Valtellina) e Lucia Moraschinelli (GP Talamona) che tagliano il traguardo in quest’ordine.

La panoramica viaggia sempre più in discesa, man mano che ci avviciniamo all’inizio della sezione clou della prova. Dallo sterrato si passa all’acciottolato: cambiamento di fondo e anche di pendenza, perché ora si torna a salire, “vincendo” - senza lo straccio di una svolta prendi fiato - una sorta di gradino che immette nella Val di Mello propriamente detta. Di nuovo sentiero, salita leggera, impercettibile ed a tratti addirittura piacevole. Mette la freccia e mi sfila anche Karen. La tengo per un tratto, poi allunga. Sosta volante al ristoro di Luna Nascente, the bollente e poi via. Abbandoniamo il percorso originale, piegando a destra, superando il torrente su un ponticello, per guadagnare la sinistra orografica. Da qui, tranne rare e brevi rampette innocue, è tutta discesa. Bellissima, godibilissima, sempre più pronunciata. Mi viene solo da dire: che spettacolo. Mi monta in groppa la “scimmia”. e, per restare in ambito ... zoologico, sfrutto un paio di “lepri” per aumentare l’andatura. Rimetto nel mirino Karen là davanti, guadagno inesorabilmente terreno e sono alle sue spalle nel punto in cui il percorso gira ed affronta un traverso accidentato nel bosco, per poi tuffarsi a capofitto verso il traguardo.

-“Ora mi sposto …”

-“Tranquilla, quando puoi …”

Sono ormai giù, ultimi due o trecento metri in piano, tra l’incoraggiamento del pubblico e il “dai, bravo, è finita” di chi … l’ha già finita da un pezzo e se ne sta già andando.

Gonfiabile, traguardo, cronometristi, mani sulle ginocchia, busto piegato in avanti. Sbuffando. Soddisfazione e fame, tanta fame. Birra, panino con salsiccia. Mi avvio alla macchina. Non posso fermarmi a lungo. Più che altro, non vedo l’ora di ripartire. Penso già alla prossima. In mezzo, le cose di tutti i giorni. Così diverse da questi giorni speciali, da queste strane, bellissime occasioni.

  

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