Perché Conte è fissato con Vidal

Il terreno di gioco come un campo di battaglia essenziale della sua idea di calcio

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Nel suo podcast Daimon, la scrittrice Violetta Bellocchio parla di ossessioni, e le definisce «una cosa buffa». In effetti, sfuggendo all’aspetto patologico e pericoloso, c’è un tratto velatamente comico nel concentrarsi morbosamente su qualcosa che al contempo può affossarti o farti raggiungere grandi traguardi. Chiamare ossessioni quelle che Antonio Conte coltiva per alcuni giocatori è certamente eccessivo, ma sono pensieri talmente fissi da apparire, in qualche modo, buffi. Ci sono nomi che gli ronzano nella testa di continuo, che niente, né il tempo né il cambiamento, riesce a scacciare via. 

Romelu Lukaku era uno di questi, al punto che nemmeno un mese dopo l’inizio della sua avventura con l’Inter, Conte aveva già lanciato una delle sue frecce velenose verso la società che non riusciva ad accelerare la trattativa per portare in nerazzurro l’attaccante belga («Pensavo fossimo avanti, e invece siamo molto indietro, dobbiamo darci una mossa»). Un altro è Arturo Vidal, accostato all’Inter in diverse sessioni di mercato e in arrivo oggi al Suning Training Center.

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