Guardiola non ha imparato da Guardiola

Il lancio di Marçal del Lione Waterloo del “guardiolismo”

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Ci fosse John Houston a filmare la vita felice di Pep Guardiola, quella prima del gol di Cornet in Manchester City – Lione, avremmo visto, nello spogliatoio dello stadio José Alvalade di Lisbona, il portiere Ederson chiedergli con la stessa ossessione che aveva Robert Hatch – il personaggio di Sylvester Stallone in “Fuga per la vittoria” –: «Mister, dove mi metto sui lanci del Lione?». Con Pep che uguale al capitano John Colby / Michael Caine: sorride e non risponde. Anche prima di entrare in campo, Ederson ci riprova: «Mister, dove mi metto sui lanci del Lione?». E Pep vorrebbe dirgli: «Ma Edy, Chi vuoi che lanci? Ancora? Siam fermi alle rime? Oggi che persino Rino Gattuso fa il giro palla in orizzontale? Che cosa è il lancio al tempo del gegenpressing?».

E, invece, il passato stava entrando di nuovo nelle partite di Pep. È il ventiquattresimo del primo tempo e Marçal, difensore brasiliano del Lione, fa quello che non era previsto, un gesto che la mente di Pep Guardiola non riesce a incamerare, lancia. Lancia e scavalca tutte le sue teorie e soprattutto le certezze passate al City; lancia e distrugge; lancia e inventa; lancia come se avesse la DeLorean; lancia e riporta tutti a casa: il calcio e Pep; lancia e manda all’aria dieci anni di tentativi post Barcellona; lancia e racconta al mondo che il calcio è una cosa semplice; lancia e diventa una entità suprema; lancia e sembra essere il possessore di una meccanica celeste; lancia e fa un lavoro perfetto; lancia e sembra faccia un giro di pista assoluto: tempo, velocità e ritmo; lancia e libera il calcio dalla filosofia; lancia e risveglia Nereo Rocco; lancia e Pep venderebbe l’anima al diavolo pur di non far girare così bene quel pallone che lo sta per condannare; lancia ed è come se slacciasse la guêpière al City; lancia e persino Manṣūr bin Zāyed Āl Nahyān  sente il sapore delle mandorle amare che poi è il sapore di quando stai perdendo qualcosa, come insegna Gabriel García Márquez; lancia e trasforma Pep Guardiola in una statua di sale.

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