Borussia-Bayern, il finto classico di Germania

Der Klassiker è legato alle contingenze del momento

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L’architetto e critico francese Thibaut De Ruyter ha scritto queste parole su Berlino: “Molti turisti iniziano a scoprire Berlino dal Checkpoint Charlie, la riproduzione di un posto di blocco sparito ben prima della  caduta del Muro, e in un certo senso il riassunto perfetto della storia architettonica della città dal dopoguerra a oggi. […] Da un duplicato di Palazzo Borghese alla fedele ricostruzione del Castello degli Hohenzollern, la capitale tedesca celebra un passato che non ha”. Un discorso molto simile si potrebbe applicare anche al big match del calcio tedesco, il Der Klassiker – in programma oggi – tra Bayern Monaco e Borussia Dortmund: una Classico che in realtà non esiste a livello concettuale, in quanto privo di quelle componenti storiche, politiche, sociali o religiose che conferiscono a una rivalità lo status, appunto, di Classico. 

Nel 2013 uscendo dalla stazione della metropolitana londinese di Wembley Park e percorrendo la Olympic Way verso lo stadio che avrebbe ospitato la finale di Champions tra Bayern e Borussia, si incrociava un gigantesco cartellone pubblicitario color blu cielo nel quale la scritta El Clasico era stata sostituita da Der Klassiker. Un riferimento a Real Madrid e Barcellona, uscite in semifinale proprio per mano delle due compagini tedesche, con conseguente trasformazione della finale da derby spagnolo (così indicavano i pronostici) in un inedito derby tedesco. Una trovata pubblicitaria, un’idea bella ma finta, come il Castello degli Hohenzollern a Berlino  – solo il portale e un balcone sono rimasti, integrati in una costruzione moderna sita a meno di duecento metri dalla “copia”.

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