Ascesa e precoce declino di Wesley Sneijder

La storia di un uomo che ha segnato un'epoca del calcio

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C’è stato un momento in cui Wesley Sneijder avrebbe potuto diventare come Pelè. Si trattava, ovviamente, di una mera questione di numeri, ma quando l’allora interista scese in campo l’11 luglio 2010 a Johannseburg per la finale del Mondiale sudafricano tra Olanda e Spagna era davvero a un passo – primo e finora unico caso nella storia – dall’eguagliare Pelè nel centrare l’incredibile combo triplete-coppa del mondo.

Nel 1962 il fuoriclasse brasiliano aveva vinto con il Santos campionato, coppa nazionale e Copa Libertadores (dove segnò una doppietta in finale al Penarol Montevideo), per poi volare in Cile e laurearsi per la seconda volta consecutiva campione del mondo – pur non scendendo più in campo dopo la seconda partita causa infortunio. Ciliegina sulla torta, la Coppa Intercontinentale messa in bacheca sul finire dell’anno. Sneijder avrebbe fatto altrettanto con l’Inter, con la sostanziale differenza che il suo Mondiale si era concluso sul secondo gradino del podio.

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