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Recensione POCO M7 Pro 5g: ritorno al futuro con jack audio e microSD

Il fratellone di M7 cambia nella CPU e aumenta nella memoria ma soprattutto reintroduce due caratteristiche che in tanti rimpiangono

di Stefano Fiore
02 Mag 2025 - 11:46
 © Ufficio Stampa

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Uno sguardo alla parte superiore della scocca, uno sguardo a quella inferiore e, poi, il mio sguardo passa allo specchio: sì, i miei occhi sono increduli. Siamo nel 2025 e posso tenere tra le mani un nuovo smartphone con jack audio da 3,5mm e slot microSD: è questa la piccola magia di POCO M7 Pro 5G, da poco lanciato anche sul mercato italiano per affiancare il fratellino M7 che quindi si pone un gradino più in basso nella line up. Cosa cambia? Qui abbiamo il MediaTek Dimensity 7025-Ultra a 6nm, il display si allunga di qualcosina arrivando a 6,67" e la RAM parte da 8GB (io ho provato la versione top, da 12GB) e la memoria di archiviazione raddoppia, arrivando a 256GB.

Per una volta, però, la scheda tecnica va in secondo piano e mi concentro per trovare nel cassetto una cuffia con filo, oramai siamo schiavi del wireless e devo cercare bene. Una volta trovate e indossate, la sensazione da ritorno al futuro è positiva perché se è indubbia la comodità, soprattutto in viaggio (ma bisogna ricaricarle...), delle cuffiette senza filo, l'assenza di lag audio grazie al cavo è un plus impossibile da sottovalutare per chi tiene a queste cose. Sulla qualità, come sempre, dipende dalle cuffie ma intanto l'esperienza multimediale ne guadagna.

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La microSD - lo slot può essere usato alternativamente per una seconda SIM - credo abbia meno valore, non tanto per un'utilità che continua a essere incontrovertibile quanto perché questo POCO, per fascia di prezzo e target, non è un cameraphone per chi produce foto e filmati in quantità. Intendiamoci: il sensore Sony IMX882 fa un buon lavoro soprattutto con tanta luce (night mode nella media mentre l'altra camera da 2MP è lì giusto perché non si può uscire sul mercato con un solo sensore) e il POCO Engine basato su AI aggiunge carne al fuoco ma i video arrivano a 1080p a 30fps, non un 4K che appesantirebbe i singoli file riempiendo la memoria. 

Il sistema si muove bene, a livello software c'è l'ormai conosciuta HyperOS purtroppo basata ancora su Android 14 (mentre scrivo le patch sono di febbraio), anche se POCO promette due anni di aggiornamenti del sistema operativo e 4 anni di aggiornamenti di sicurezza, con fin troppe app preinstallate. Tra le armi migliori del M7 Pro sicuramente un bel display, con luminosità massima non spaziale ma con 120 Hz di refresh rate che danno quella sensazione maggiore di scorrevolezza quando c'è qualche gommosità dietro l'angolo. Da segnalare invece una vibrazione che mi ha convinto poco soprattutto quando si digita con la tastiera, c'è fin troppo rimbalzo. La batteria da 5.100mAh con ricarica da 45W (alimentatore in confezione) porta tranquillamente fino a sera, se non si usa il telefono in modo esasperato si può arrivare anche a due giorni di utilizzo.

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Il tutto rapportato a un prezzo di 239,9 euro (per la versione 8/256) che al lancio diventano 199 (la versione in prova costa 259,9 euro, al lancio 219,9), che lo pongono seriamente ai vertici della sua categoria, non dimentichiamoci che ha anche il 5G, il sensore di impronte integrato nel display ed è IP54.

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