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Venezia, bellezza e fragilità

Dall’innalzamento del mare allo stop definitivo alle grandi navi: uno dei luoghi più suggestivi al mondo fa i conti con le sue difficoltà

Venezia, un intreccio di arte e bellezza, una storia che non sarebbe la stessa senza le sue rinascite. Risorta dalle fiamme con la Fenice e sollevatasi dalle continue maree, la Serenissima deve il suo fascino anche alla sua fragilità.
L’acqua alta fa ormai parte della vita dei veneziani e dopo anni di case e piazze allagate, il Mose sembrerebbe aver alleviato il problema. Entrato in funzione lo scorso ottobre, il sistema di dighe mobili ha già protetto in più occasioni la città dalla marea. Eppure potrebbe non bastare. Un nuovo studio sui cambiamenti climatici in Italia ha messo sotto osservazione il capoluogo veneto. A spaventare è un pericoloso mix: la città sprofonda mentre l’Adriatico sale. Nell’ultimo periodo preso in esame (1993-2019) il tasso di crescita media è di 5,34 millimetri all’anno. Una combinazione senza precedenti di natura cedevole del terreno e cambiamenti climatici, che rischiano di far finire Venezia letteralmente sott’acqua. L’ironia della sorte: se il suolo mette in allarme, neppure l’acqua corre in aiuto della città galleggiante per antonomasia.

Per non farsi mancare nulla, l’equilibrio già delicatissimo deve fare i conti anche con fattori esterni. Esterni e piuttosto ingombranti: le crociere con vista laguna.
Il pericolo delle grandi navi lascia da anni col fiato sospeso turisti e cittadini e qualche settimana fa ha rischiato di far scivolare la città nella “blacklist” UNESCO. Il 13 luglio però la svolta storica. Dopo discussioni e proteste è stato approvato il decreto che blocca il passaggio di questi giganti del mare. Il provvedimento prenderà il via il 1° agosto, giorno in cui le navi con una dimensione che supera le 25 tonnellate smetteranno di attraversare il canale della Giudecca per spostarsi a Marghera.
Per realizzare gli approdi temporanei sono previsti 157 milioni di euro. Ma il vero obiettivo sarà quello di creare punti di attracco fuori dalle aree protette di Venezia, per salvaguardare una volta per tutte il suo patrimonio artistico e ambientale. Come nella più classica delle favole la protagonista supera anche questo ennesimo ostacolo, sperando che il lieto fine sia finalmente dietro l’angolo.