Presenti oltre 150 Apisti provenienti da mezza Europa
Ape ABC ha superato ogni aspettativa. L’evento che l’Ape Club d’Italia ha organizzato a Chieri (TO) è stato un successo: oltre 150 Apisti provenienti da mezza Europa hanno dato vita al primo raduno storico interamente dedicato all’Ape, il celebre veicolo a tre ruote nato nel clima turbolento e creativo del dopoguerra, dall’intuizione imprenditoriale di Enrico Piaggio e dall’ingegno di Corradino D’Ascanio. Persone di ogni età, appassionati di questo veicolo geniale, che nella splendida cornice di Parco Stella a Villa Landriano, hanno messo in mostra veicoli di rara bellezza provenienti da collezioni private: Ape del periodo 1946-1965 “meraviglioso spaccato di un’Italia che lavorava e che credeva nella ripresa economica” come le ha descritte il Presidente del team organizzatore, Jean Claude Aiazzi “Veicoli unici, tutti diversi, molti ancora marcianti, modelli realizzati in molteplici varianti: dedicate al trasporto persone o con il cassone aperto per lo spostamento di carichi pesanti, con il cassone ribaltabile perfetto per i lavori edili, fino all’edizione cassonata per preservare la merce dalle intemperie e per il trasporto commerciale di particolari beni: a Chieri, una a fianco all’altra, la vineria, il libraio, la merceria. Tutti a tre ruote.”
ABC: il nome dell’evento riprende le sigle del telaio dei primi tre modelli di Ape “impossibile premiarne una piuttosto che un’altra; ognuna racconta una storia e non solo del veicolo ma anche della famiglia che l’ha posseduta, delle attività imprenditoriali e delle persone che trasportava. Ad ABC ci sono apisti con la foto del nonno sullo stesso mezzo con cui sono arrivati al Raduno” così il vice presidente dell’Ape Club d’Italia, Pietro “Cati” Catalogna giunto in Ape su strada insieme al compagno di direttivo Mirko Zambaldo. Fino al modello B il guidatore non era protetto dalla cabina ma solo da uno scudo all’altezza delle gambe, come la sorella Vespa, con il modello C prodotto dal 1956 l’Ape prende la forma del mezzo che è arrivato ai giorni nostri: nei giardini e nei noccioleti del Raduno ABC abbiamo conosciuto sia l'Ape più vecchia del mondo (un modello A del 1947) che la mitica “Trivespa” l’Ape per il mercato francese. Un tuffo nel passato in cui tutti hanno avuto il loro palcoscenico con una mostra statica nei tre giorni culminata da una sfilata nella giornata di sabato e da un’uscita verso Superga la Domenica.
La salita alla Basilica è stata un lento marciare, l’occasione per scoprire una delle storie più intense dello sport del dopoguerra, grazie ai Volontari dell’Associazione Culturale Grande Torino, che hanno coinvolto gli Apisti in un commuovente momento di tributo. L’approfondimento del contesto storico è stato garantito anche in villa dalla mostra “Italia ‘61” che l’Associazione Amici di Italia ’61 ha allestito nelle cantine. Grandi progetti di sviluppo urbanistico ed industriale, opere incredibili che, anche viste oggi, impressionano per la loro assoluta modernità. Nella mostra anche sei maquette provenienti dal Museo Piaggio di Pontedera, intarsi inediti dei modelli di Ape degli anni ’60 che Fondazione Piaggio ha voluto fossero esposti per questo primo evento di registro storico Ape, patrocinato fra gli altri anche dal Vespa World Club, la federazione mondiale a cui è affiliato anche l’Ape Club.
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Il programma è stato ricco di attività, una kermesse in cui la storia si è perfettamente armonizzata con performance musicali dal vivo, incontri culturali e degustazioni di prodotti tipici. Per celebrare questo “unicum” nel panorama dei raduni dedicati ai veicoli storici sono state attivate collaborazioni con brand italiani di eccellenza che si sono ritrovati nel binomio tradizione ed innovazione: il kit omaggiato agli Apisti prevedeva infatti una cassetta di legno in cui erano contenuti non solo la classica coperta da pic nic brandizzata ed i bicchieri per le degustazioni sull’erba ma anche alcuni oggetti che, già oggi, sono considerati memorabilia come i teli Pinasco, punto di riferimento nel campo delle elaborazioni, i braccialetti che identificavano i partecipanti, disegnati e prodotti da Picchiani e Barlacchi, ed i baschi di Tirabasso, che stanno letteralmente andando a ruba celebrando questo “ABC” ma anche l’immagine dell’Apista di quegli anni.
Domenica pomeriggio, calando il sipario su questa prima incredibile edizione, Davide Ciconte, Roberto Gattiglia e Luca Castellini del direttivo Ape club d’Italia hanno lanciato l’arrivederci al prossimo raduno apistico: inarrestabile l'Ape, con la sua storia ricca di fascino e il suo design senza tempo, e come lei non smette di ispirare la creatività di aziende, istituzioni e territori, preservando il suo patrimonio e il suo ruolo simbolico nella comunicazione e nella promozione pubblicitaria attraverso le epoche, così non si limita il desiderio di condivisione della passione e di cultura industriale che anima gli Apisti sulle strade d’Europa.