OGGI CON PETRAZZUOLO

Napoli, non c'è tempo per fermarsi

Archiviata la Champions, la squadra di Ancelotti dovrà affrontare il Torino

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Dopo la deludente trasferta in Belgio contro il Genk, non c’è un attimo per rifiatare. Dalla Champions al campionato, di corsa, senza nemmeno il tempo per riflettere più di tanto. Da una trasferta all’altra, con la carica e la voglia di chi vuole dimostrare in campo il proprio valore. Il Napoli si rituffa, dunque, con testa, anima e cuore sul campionato, in vista della trasferta domenicale in Piemonte contro il Torino di Walter Mazzarri

Nessuna sfida sulla carta può essere considerata una passeggiata. In tal senso sono valse di insegnamento le partite contro Brescia, Cagliari e Genk, difatti anche se hai il predominio del campo e la sensazione di poter risolvere la questione da un momento all’altro l’insidia può essere sempre dietro l’angolo. Mai sottovalutare gli avversari. Mai tralasciare i dettagli, soprattutto se tra una squalifica ed un infortunio ti ritrovi a doverti reinventare la coppia di centrali di difesa di volta in volta. Sta lavorando soprattutto su quest’aspetto Carlo Ancelotti, sulla testa dei giocatori. Trasmettendogli la convinzione e la consapevolezza di essere forti, a prescindere dalle difficoltà che possono verificarsi di volta in volta. D’altronde la qualità dei singoli non si discute. E il Napoli, rispetto al passato, dal punto di vista della rosa ha sicuramente accresciuto il valore complessivo del team da consegnare nella mani della sua guida tecnica. Tuttavia, senza voler parlare di fortuna o sfortuna, a volte non basta nemmeno calciare 17 volte nello specchio della porta per assicurarsi la vittoria. Ecco perché bisogna puntare sul cinismo. Sono d’accordo con Ancelotti quando chiede una critica obiettiva. Va detto anche che finora non si sono viste squadre incantevoli per il gioco proposto, inclusa la Juventus di Maurizio Sarri. Si è in una fase di rodaggio. Bisogna stringere i denti e fare quadrato. Ecco perché le vittorie contano. Basta fare un gol in più degli avversari. Il bel gioco, naturale conseguenza delle giocate degli interpreti, arriverà. Serve un pizzico di pazienza. E poi “non voglio mica la luna”, sembra canticchiare nella sua testa Carletto. O forse sì. Chissà.

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