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Cuore Tifoso Napoli: squadra confusa e spaventata, AdL riporti serenità

Liquefatto il lavoro di Sarri, Ancelotti non era il profilo giusto. Gattuso avrà un lavoro duro e complicato

16 Dic 2019 - 08:45
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Il declino del Napoli è progressivo e preoccupante. Una lunga serie di risultati negativi (nessuna vittoria nelle ultime 8 gare di campionato, l’estratto conto è di 5 pareggi e 3 sconfitte) che contrasta con l'ottimo rendimento in Champions League: il Napoli ha chiuso il girone imbattuto, cosa mai verificatasi nel passato del club. Ma il crollo nei risultati parte da lontano, da quando le strade di De Laurentiis e di Sarri si separarono, con l'aggravante di affidare una squadra-laboratorio nelle mani di un tecnico antico, che da anni aveva smesso di allenare, perché gli avevano sempre affidato squadre fatte di campioni che non avevano bisogno di essere addestrati durante la settimana.

In un anno e mezzo tutto il lavoro svolto da Sarri si è liquefatto, sperperato in mille moduli sbagliati ed una lunga ridda di ruoli cambiati ai calciatori. Il Napoli di oggi è una squadra confusa e spaventata, una formazione di centroclassifica (decimo posto condiviso con Torino e Milan), ma che oggi saprà chi dovrà affrontare agli ottavi di Champions League, gare che si giocheranno dal 18 febbraio al 18 marzo. Il lavoro di Gattuso si annuncia duro e complicato, anche se qualcosa si è già visto nel secondo tempo perso non senza sfortuna sabato contro il Parma, con il terzo ko con il punteggio di 2-1.

Però, l'opera principale di ripristino della serenità all’interno dello spogliatoio spetta al presidente De Laurentiis: fino a quando terrà vivo il proposito di portare la squadra in tribunale per il danno di immagine, sarà molto complicato riuscire a ritrovare il bel Napoli di prima. Ci sono troppe componenti fuori posto e non può essere sufficiente la sostituzione (ormai necessaria) dell’allenatore per riportare l’ordine nel Napoli.

La frattura creatasi lo scorso 5 novembre, nel postpartita di Napoli-Salisburgo, ha generato la crisi più profonda, quella tra club e calciatori, alla quale si aggiungono anche altri due elementi determinanti, come la preparazione atletica carente ed una campagna acquisti, disastrosa, basata su di un improbabile 4-2-3-1, con l’acquisto fuori mercato di Lozano e la cessione troppo a cuor leggero di un combattente come Rog.

Per chiudere il quadro della crisi va segnalata anche l’assenza degli ultras dalle curve del San Paolo, in protesta con il regolamento d’uso dello stadio, che ha generato all’interno dello stadio di Fuorigrotta un clima da teatro, senza la passione e la spinta che servirebbe al Napoli oggi.

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