Milan, tante analogie... tranne una

Nel 1987 Berlusconi sostituì Liedholm a cinque gare dalla fine del campionato per inseguire l'Europa. Ma oggi un Capello non c'è...

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Quante analogie! Mi sembra di essere tornato indietro di trentadue anni. Il 5 aprile 1987, il Milan, allenato da Liedholm, perde ad Avellino. Mancano cinque partite alla fine del campionato. Il presidente Silvio Berlusconi era già stato scottato dalla esperienza di un anno prima, quando i rossoneri avevano perso quattro degli ultimi cinque incontri, compromettendo la conquista di un posto in Coppa Uefa. Quindi non ha esitazioni. Prende una decisione clamorosa. Affida la squadra a Fabio Capello, già assistente del tecnico svedese.

Grazie a due vittorie e due pareggi, i rossoneri riescono a conquistare lo spareggio contro la Sampdoria, che batte nei tempi supplementari, grazie alla rete di Massaro. Tante analogie... meno una. Nel febbraio 1986, Silvio Berlusconi acquisisce il Milan guidato da Liedholm, un allenatore dunque non scelto dal nuovo proprietario. Il Fondo Elliott, nel luglio scorso, diventa padrone del Milan trovandosi sulla panchina Rino Gattuso, figlio delle scelte del gruppo cinese. A quattro partite dalla fine di questo campionato, la sconfitta di Torino sembra essere decisiva per la sorte del tecnico, ma non esiste un Fabio Capello. Insomma appare chiaro, nonostante le dichiarazioni di facciata, che la mancanza di alternative abbia salvato l'allenatore calabrese dal doloroso esonero.

Non appariva credibile un Milan allenato da Federico Giunti, oggi tecnico di una Primavera in zona retrocessione, né la possibilità che Leonardo, direttore generale dell'area sportiva, potesse sedersi in panchina nonostante le sue esperienze passate nel Milan e nell'Inter. Ai tifosi milanisti non resta che sperare in qualche altro passo falso delle avversarie o attaccarsi disperatamente a una materia detestata da molti ai tempi delle classi elementari, ma oggi spesso amata, l'aritmetica.

Sono infatti i numeri a confermare e comprovare che i rossoneri ancora non sono lontani dal quarto posto. Beh, forse sarebbe più facile, ma oggi appare complicato sperare che i rossoneri ritrovino invece quel filone di gioco smarrito ormai da quaranta gironi, dal 17 marzo, la domenica del derby. Dopo una quaresima infinita, con penitenze e digiuni, non sono tanti però ad aspettarsi una Pasqua rossonera!

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