Cuore tifoso Inter: Un‘altra Europa difficile

Sorteggio Champions sfortunato anche quest'anno, pur avendo buone possibilità

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L’urna di Montecarlo ha dato uno schiaffo all’ottimismo che confidava in un sorteggio più benevolo della stagione precedente. Al contrario il girone riservato alla squadra di Conte è decisamente uno dei peggiori possibili. L’Inter trova il solito Barcellona (tre volte sulle quattro ultime edizioni giocate), il Borussia Dortmund e lo Slavia Praga. Al di là della costante dei blaugrana nel turno di qualificazione, va registrata la presenza dei cechi, che, pur essendo il vaso di coccio, potrebbero strappare dei punti determinanti ai fini della qualificazione. Meno forti e prestigiosi del PSV, trovato nell’urna della scorsa stagione e rivelatosi poi il biscotto avvelenato per la squadra di Spalletti, i praghesi tornano in Champions dopo 12 anni e vanno affrontati senza alcuna superficialità, per poter ottenere 6 punti.

Il vero scontro è naturalmente con il Borussia che, come l’Inter, ha imbastito una campagna acquisti decisamente ambiziosa. Un mercato pensato per fare la guerra al Bayern in Bundesliga: Brandt e Hazard per aumentare ulteriormente la qualità, Hummels di ritorno dal Bayern Monaco, Paco Alcacer confermato nell’attacco tecnico e imprevedibile di questa stagione. I tedeschi giocano con quel 4-2-3-1 praticato con geometrie prevedibili dall’Inter degli ultimi anni, qui invece è interpretato da una difesa non imperforabile ma molto propositiva, capitanata da Hummels. Il duo di centrocampo è robusto e composto da Weigl e Witsel, menre l’ attacco è illuminato dalla stella Marco Reus, con riserve come Gotze e Brandt, oltre al pericolo Sancho, trattenuto anche quest’anno, nonostante le tante richieste. L’Inter è una squadra persino più nuova e, rispetto ai tedeschi, ha meno certezze che deve costruire in fretta ma può contare su un collettivo di livello superiore rispetto agli ultimi anni. Ho parlato di collettivo e non di individualità perché l’Inter della scorsa stagione aveva individualità come Nainggolan, Perisic e Icardi ma mancava proprio del gruppo e di quell’entusiasmo che quest’anno sembrano preponderanti.

L’Inter di oggi, con l’arrivo di Sanchez e Biraghi, ha integrato valori di cui Conte aveva bisogno e ha costruito una squadra seguendo indicazioni di tipo tattico, senza guardare ai nomi ma privilegiando il tipo di caratteristiche tecniche in grado di valorizzare il suo modulo. Lascia perplessi l’arrivo in sordina di Sanchez, salutato fin troppo tiepidamente, con un carico di perplessità sulle condizioni fisiche, il rendimento incerto e la formula del prestito che non incentiverebbe il giocatore a dare il massimo in nerazzurro. L’unica incognita vera è la condizione fisica, per il resto discutere Alexi Sanchez, mettendo in dubbio le sue possibilità in relazione all’ultimo anno e mezzo, è superficiale. Leggere commenti acidi sulla carriera finita di un giocatore bollito e vedere il risultato di questa diffidenza in un’accoglienza distaccata, rende l’idea di come si giudichi sempre più sulla base di percezioni, in modo netto, quasi incontrovertibile, invece che sulle diverse angolazioni e prospettive che il calcio può offrire. Può darsi che non torni più quello di un tempo ma quanta fretta nel liquidare i calciatori come fenomeni o bidoni, con la modalità da social.

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