Una botta di vita

L'Inter spera che Conte dia nuova linfa a parte della rosa attuale

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Antonio Conte? Gran professionista, mi sembra fin superfluo scriverlo. Così come, superfluo, è stare ad elencare i successi ottenuti da allenatore; gli manca la consacrazione europea per essere annoverato nell'élite dei grandissimi e, in tutta sincerità, mi auguro possa accadere proprio alla guida dell'Inter. Tra le varie ed eventuali capacità taumaturgiche dell'uomo di Lecce c'è l'attitudine, riconosciuta da chiunque, di ottenere il massimo da tutti i suoi giocatori; in questo, non vogliatemene, Conte assomiglia maledettamente a Josè, uomo in grado di cavar sangue dalle rape e di attingere dai suoi ogni stilla di energia psico fisica possibile ed immaginabile. Ecco, forse l'allenatore interista è stato scelto anche, e non solo, per questa ragione.

Veniamo a noi; ultimamente ho letto, ed ascoltato, parole provenienti un po' da ovunque nelle quali si sottolineava come, ad esempio, Conte intendesse riportare agli antichi splendori Candreva e Perisic, giusto per citare due nomi a caso. Del resto la stima che ha il tecnico leccese nei confronti del laterale croato è risaputa e, pare, contraccambiata da Ivan, il quale non sarebbe più tanto sicuro di voler cambiare spiaggia e mare.

Antonio Candreva, chiamato all'epoca dal Mancio per sistemare la fascia destra e gli esiti sono stati, ahimè, poco proficui, ha giocato con ottimi risultati nella Nazionale allenata dal tecnico pugliese, contribuendo in maniera efficace a quella cavalcata europea svanita su due calci di rigore che neanche nei peggiori incubi; surclassando Belgio e Spagna, arrendendosi solo dal dischetto alla Germania dopo una partita di grinta ed impegno fuori dal comune. Perché Conte è questa roba qua. Non è il titic titoc la palla l'abbiamo sempre noi e a fine partita possiamo vantarne il 70% del possesso, poi non importa se abbiamo creato tre occasioni da rete; Conte è esattamente l'incarnazione del calcio chiesto dal popolo nerazzurro nella sua stragrande maggioranza. Recuperi, raddoppi, corsa, ripartenze, tagli, inserimenti, sovrapposizioni. Un calcio di pancia, mi vien da dire irrazionale anche se pieno di razionalità. Un calcio che potrebbe andare di pari passo col ruggito del Meazza, spaventoso per chi non è abituato a viverlo ed esaltante per i padroni di casa.

Una sola è la domanda che mi faccio: al netto degli errori, enormi, compiuti da Icardi, per quale motivo lui – uomo comunque da 25 gol di media a stagione – non si prova a recuperarlo? Così, giusto per sapere. E, lo dico a scanso di equivoci, non sono icardiano né credo Mauro sia vittima di chissà quale complotto.