L'Inter tra rinnovi, addii e incertezze

Tanti i nodi da sciogliere sul tavolo di Marotta. A partire dalla panchina

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Che il binomio Spalletti-panchina nerazzurra possa continuare nella prossima stagione lo si racconta. D'altro canto a voler fare i precisini, quelli minuziosi, i famosi io lo so perché me lo hanno detto cicca cicca, non è un segreto che se Marotta, pur con tutti gli attestati di stima espressi, dovesse proprio essere messo alle strette, non è che si batterebbe come un pretoriano romano in difesa del suo imperatore o, meglio, allenatore. Quindi, nonostante io continui a pensare allo Spalletti ter come l'opzione maggiormente percorribile, non posso escludere con certezza il cambio al timone della nave targata Suning.

Ma, se i problemi di Marotta fossero scegliere questo tecnico o un altro beh, diciamocelo, il gioco sarebbe non dico semplice ma anche semplice. In realtà, altro mio personalissimo cavallo di battaglia, pur non ritenendo necessaria una rivoluzione con annessa epurazione di metà della rosa attuale, di sicuro vanno fatti movimenti, in entrata e, soprattutto, in uscita. Esempio: non è un segreto la richiesta di cessione da parte di Perisic. Verrà accontentato. Ma si cambiasse tecnico e, facciamo un nome a caso, dovesse sbarcare a Milano Mou, noto estimatore del croato, sicuri che Ivan abbandonerebbe la compagnia per nuovi lidi? Io mica troppo. Altra gatta da pelare, pesante, è la situazione Icardi. Cosa farà l'Inter del suo ex capitano? Di rinnovi non ne sento parlare da un pezzo, perderlo a zero nel 2021 non credo venga giudicata opzione intelligente, ergo…Anche qui dipenderà da chi occuperà quel posto, in panca, sì complicato da gestire. Perché Voi la vedete una nuova stagione con Luciano da Certaldo e il ragazzo di Rosario sotto lo stesso tetto? Eviterei. Più per una questione d'immagine societaria che altro.

Dal momento dello strappo, leggasi addio alla fascia, il rendimento del centravanti argentino è decisamente peggiorato, sorvolando sui quaranta giorni di lontananza dai campi di gioco e dai compagni. Che poi, detto tra noi, non è tanto semplice rientrare e tutti a festeggiarti mentre fino a qualche giorno prima loro sudavano e tu facevi quello risentito, a ragione o torto non è importante. In questo bailamme di fine stagione una cosa mi ha colpito positivamente: i rinnovi. Si è scelto di prolungare a gente che tace e lavora, tra i quali Skriniar. Perché per vincere occorre un gruppo coeso, dove chiunque si senta parte di un progetto, presunte seconde linee comprese. Prima gli uomini, poi i calciatori.