OGGI CON DE CARLO

Inter, non fa male

La squadra nerazzurra perde perché non ha ancora un organico per lottare alla pari. Basta saperlo

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L’Inter ha perso in casa con la Juventus una partita che, uscito Sensi, non ha più potuto giocare alla pari. Ci sono state occasioni sciupate ma nel complesso la squadra di Conte non ha una panchina per poter competere con i Barcellona e le Juventus, specie se queste capitano una a quattro giorni dall’altra. Paradossalmente se l’Inter avesse affrontato i bianconeri senza la fatica del Nou Camp, probabilmente avrebbe fatto risultato, magari persino vinto, ma avrebbe vissuto in una piacevole bugia che sarebbe emersa prima o poi.

 

La verità chiara ed evidente a tutti è che l’Inter manca di giocatori che facciano la differenza in alcuni ruoli chiave e non si può nemmeno pretendere che una sola sessione di calciomercato possa bastare per colmare il gap tra una squadra che negli ultimi anni è arrivata al massimo al quarto posto, contro una che da anni arriva sempre prima. Avere Dybala, Ronaldo, Cuadrado, più un Higuain che entra dalla panchina, fa tutta la differenza di questo mondo e se l’Inter ambisce a vincere, ora che ha costruito la base, con una difesa solida e una mediana importante, non può rinunciare all’acquisto di almeno due fuoriclasse. Non due bravi giocatori, non due promesse ma due giocatori che facciano la differenza.

Da una sconfitta maturata a poco più di dieci minuti dalla fine, si può e si deve comprendere che la squadra ha dei limiti nell’organico che lo stesso Conte mette a nudo non impiegando una parte della rosa.
Borja Valero, unico sostituto naturale di Brozovic, non ha giocato un minuto da inizio stagione, come lui Lazaro, mentre Vecino, subentrato a Sensi infortunato, ha confermato che c’è una differenza siderale tra i due. Gagliardini va benissimo in partite in cui si può amministrare. Sugli esterni D’Ambrosio e Asamoah sono bravissimi mestieranti e Candreva si trova meglio in questo modulo. Vanno tutti bene per eseguire i compiti chiesti dall’allenatore e tutti danno il massimo per Conte. Non ci sono però giocatori decisivi, nemmeno un giovane da lanciare, tranne Esposito che è però in un ruolo già ampiamente coperto.

Ci si può rammaricare per una sconfitta in casa ma il livello del calcio, grazie al fair play finanziario e le sue perversioni, ha creato una forbice enorme tra sette, otto top club e gli altri. I Campionati ormai li vincono da un decennio le stesse squadre e raggiungere questa elìte è molto più difficile di un tempo. Suning è uno dei pochissimi proprietari che ha la forza economica per tentare la scalata ma ci vorrà ancora tempo e non accadrà certo quest’anno. 

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