Inter: mercato, finalmente la strada è corretta. Ma un passo alla volta

Tanti nomi nuovi si accostano ai nerazzurri. Molti, però, per adesso irrealizzabili.

di
  • A
  • A
  • A

Ogni giorno ne leggiamo una; mercato, che passione. Il mercato, vero terreno di gioco sul quale si scontrano le società, quelle che possono e quelle che non possono (spendere). Perché Platini è riuscito, grazie al Financial Fair Play, a creare tre mondi distinti e separati. Uno nel quale vagano le nove o dieci potenze calcistiche, fatturati importanti, sponsor ricchissimi, sedi fantasmagoriche, stadi di proprietà e chi più ne ha più ne metta. L'altro dove, a gomitate, cercano di farsi largo nobili decadute e realtà in espansione. Poi l'ultimo, dove arranca chi si accontenta di giocare a calcio, tanto non potrà mai ambire a nessun traguardo. 

Quindi grazie ai creatori del FFP, alcuni dei quali oggi si stanno incredibilmente accorgendo che forse, proprio forse, certe regole andrebbero non dico cancellate ma, quanto meno, riviste, ragionate ed aggiornate. Noi interisti sappiamo qualcosa, vittime designate di un sistema che ci ha colpito ed affondato portandoci, in un amen, dai trionfi del 2011 al nulla degli anni a seguire.

I conti dovevano tornare, pena sanzioni economiche, riduzioni di rosa, impossibilità di partecipare a manifestazioni UEFA; mancava ci incatenassero in Piazza Duomo esponendoci al pubblico ludibrio poi eravamo a posto. Quella fase della nostra storia - non scordiamola, non dimentichiamola mai - pare giunta al capolinea. Strano a dirsi, per merito di un Signore indonesiano che sapeva di calcio assai poco ma aveva perfettamente capito il problema.

Thohir ha iniziato cercando, con qualche errore, di far quadrare i conti; una volta ottenuto lo scopo ci ha ceduti, con lauta buonuscita inclusa, ad una vera potenza economica della grande Cina, Suning. Con la benedizione dei massimi sistemi di Pechino al cui interno troviamo, nemmeno in un ruolo secondario, il nostro proprietario vero, quello in carne ed ossa, Jindong Zhang.

Oddio, l'affidarsi appena arrivati a Kia cognome impossibile ha complicato i piani di rientro; gli acquisti Joao Mario e Gabigol si sono rivelati deleteri, calcisticamente e finanziariamente. Ma, capita la lezione, Suning ha messo in campo strategie di maketing e capacità amministrative importanti. L'Inter ha di nuovo un ruolo; ancora lontano dalle grandi corazzate, ma la strada è corretta. Non siamo in grado di acquistare fenomeni da cento e passa milioni con ingaggi monstre, ci manca ancora un cicinin. Nel frattempo abbiamo acquisito un allenatore di enorme spessore. Un passo alla volta, che in vetta ci torniamo. Ah, detto inter nos, il Financial Fair Play esiste, non è un'invenzione. Spero sia chiaro a tutti; o quasi.

Commenta Disclaimer

I vostri messaggi 0 comments