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Nell'anarchia legislativa ci si fa giustizia da soli

05 Ott 2020 - 08:01

La cronaca degli eventi di ieri, in attesa di aggiornamenti tra decisioni del giudice sportivo ed eventuali ricorsi, la conosciamo ormai tutti fin troppo bene. Ma al di là dei fatti (noti) e dello “spettacolo” andato in scena tra opposti estremismi (deprimente), vorremmo leggere l’intera vicenda alla luce di un semplice ma dimenticato concetto: responsabilità. Una qualità, apparentemente, sconosciuta ai vertici istituzionali nostrani. Esiste infatti un regolamento (approvato appena tre giorni fa dalla Lega Seria A, non nei mesi estivi del “libera tutti”), e da quello si deve necessariamente partire.

“Qualora uno o più calciatori dello stesso Club risultassero positivi al virus Sars-Cov-2 la gara […] sarà disputata secondo il calendario di ciascuna competizione, purché il Club” – e qui sta il punto –, “abbia almeno tredici calciatori disponibili (di cui almeno un portiere)”.

Quanto esplicitato nel punto uno, viene maggiormente spiegato nei punti tre e quattro: se la squadra, infatti, non è in grado di schierare tale numero minimo di giocatori «subirà la sanzione della perdita della gara con il punteggio di 0-3», ma con la possibilità di rinviare una volta la partita. A decidere il rinvio sarà il presidente della Lega Serie A per una questione di ruoli, di responsabilità appunto. Fino a qui è l’assurdità della regola a stupire, ma non ci addentreremo nel commentare la poca meritocrazia con la quale si conquisteranno i tre punti in questo campionato. Piuttosto, a sconvolgere è altro.

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