Personalità istrionica e precursore, in tutti i sensi
"Non si aspetterà che io le dica che in questa occasione il giocatore è stato più furbo di me che, d’altra parte, non avevo la moviola e, quindi, non ho potuto vedere che era stato commesso il fallo…”: è a La Domenica sportiva del 20 febbraio 1972 che, senza l’utilizzo di forzati acronimi né anglismi ricercati ad ogni costo, Concetto Lo Bello, commentando un rigore non concesso durante Milan – Juve, disse queste parole.
Fu, senza dubbio alcuno, il primo arbitro non solo ad intervenire in una trasmissione televisiva, ma anche ad ammettere un proprio errore. È qui che si coglie lo straordinario anacronismo di una persona come Lo Bello: straordinario perché premonitore, quasi antesignano. Ma è un calcio ben diverso, quello del 1972: è il calcio di Shilton, di Fiore, di Vailati… è il calcio di Gianni Rivera… e come molto spesso accade nella storia, i personaggi delle epoche passate sono più moderni di quelli contemporanei.