La radio come antidoto al Coronafootball

Le radiocronache sono tornate di moda

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Il coronafootball è antiestetico. L’assenza dei tifosi dal gioco non solo lo rende più scontato e prevedibile, ma essenzialmente più brutto da vedere. Persino chi ha sempre guardato il calcio dal divano se n’è reso conto. Senza dubbio lo hanno notato le pay-tv, che hanno subito un calo vertiginoso a livello di ascolti ed entrate da quando è iniziata la pandemia.

Senza voler tirare in ballo citazioni di intellettuali prestati al mondo del pallone – o meglio, di calciofili prestati ai salotti intellettuali –, nessuno può più negare che il calcio senza pubblico sia un altro sport anche perché, al contrario di altre discipline (il tennis, ad esempio), dei tifosi il football non può fare a meno. Ma se il calcio decide di fare a meno dei tifosi, i tifosi smettono di guardarlo.

“Il fatto che per te è così importante, che il casino che hai fatto è stato un momento cruciale in tutto questo rende la cosa speciale, perché sei stato decisivo come e quanto i giocatori, e se tu non ci fossi stato a chi fregherebbe niente del calcio?” dice Colin Firth in Fever Pitch, film cult per ogni tifoso, tratto dal celebre romanzo di Nick Hornby.

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