Un pezzo di storia del basket italiano (e di Avellino) che fallisce
Ore 12.30 del 29 luglio 2021. Il tribunale di Avellino dichiara il fallimento della Scandone 1948. Settantatré anni di storia vengono spazzati via dal parquet dopo aver incantato l’Italia intera, facendo innamorare i propri tifosi e conquistando i cuori di chi non sapeva nemmeno dove fosse l’Irpinia sulla carta geografica. Dopo una lunga agonia, iniziata nell’estate del 2019, la Scandone è stata radiata dal Consiglio Federale della FIP, perdendo la matricola 000204/1948, tra le più antiche della penisola.
La Scandone crolla inesorabilmente insieme alla Sidigas, di Gianandrea De Cesare, società di distribuzione di gas con sede a Napoli ma operativa sul territorio irpino, con interessi sparsi in tutta Italia, in particolar modo in Sardegna.
Fino a luglio 2019, De Cesare, ad Avellino, era considerato una divinità: aveva risollevato le sorti della Scandone nel 2011, e nel 2018 aveva acquisito il titolo sportivo dell’US Avellino 1912, vincendo anche il campionato di Serie D e la poule scudetto. L’imprenditore del gas con il suo modo di fare, gentile e timido, era riuscito a creare intorno a se una schiera di seguaci che vedevano in lui una sorte di salvatore dello sport in Irpinia, fantasticando su possibili politiche di multiproprietà, fondendo il basket ed il calcio sul modello spagnolo. Ma la divinità ha presto lasciato spazio alla più fragile delle umanità. Le prese in giro sono durate fino al 9 luglio del 2019 quando la notizia dei sequestri, effettuati da parte del tribunale di Avellino nei confronti della Sidigas, mettevano a repentaglio la sopravvivenza di entrambe le società sportive.