L'Atletico Madrid non muore mai

Gli uomini di Simeone hanno vinto l'undicesimo titolo

  • A
  • A
  • A

L'Atletico Madrid non muore mai

Il sole d’agosto irradia gli ultimi sprazzi di una stagione surreale, quella 2019/2020, terminata per molte squadre quasi un anno esatto dopo il suo inizio. Per alcuni questo scenario disegna una figura splendente, che illumina carriere ed esalta il lungo lavoro di una stagione (è il caso del Bayern Monaco); per altri l’azione di questo sole è corrosiva, violenta. Come ne La persistenza della memoria, quadro surrealista di Salvador Dalì, madrileno d’adozione: stanchezza fisica e mentale, che prosciuga gli animi e altera le prestazioni.

Lisbona era già stata infausta per l’Atletico Madrid. Era il 24 maggio 2014, il giorno più duro per l’epica Cholista, quello che già alcuni segnavano come l’inizio del declino delle milizie biancorosse.

L’inferno sportivo in uno schiocco di dita, con Sergio Ramos che pareggia la da corner nel recupero e la squadra che crolla ai supplementari della finale di Champions; una immensa delusione dopo il paradiso di qualche giorno prima, la vittoria di quella Liga che mancava da 18 anni grazie allo stoico pareggio in casa del Barcellona (l’Atletico, con Diego Costa e Arda Turan costretti a uscire nella prima mezz’ora per infortunio, si ritrovò sotto nel punteggio e riuscì a pareggiare grazie al Flaco Godin, costruendo poi un fortino nella propria area di rigore). Una maledizione rotta faceva da contraltare ad una che rimaneva ancora in piedi, una Decima vinta bilanciava l’altra Decima, quella dalle grandi orecchie, alzata dai rivali cittadini dopo che al Vicente Calderon era già stato spolverato il palchetto per la sua esposizione.

Commenta Disclaimer

I vostri messaggi 0 comments