Il falso nueve è un falso amico

Riscoprire l'importanza della punta di peso

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Non abbiamo un centroavanti perché il nostro centroavanti è una squadra». Con queste parole, Pep Guardiola rivoluzionava il calcio degli ultimi dieci anni. Il concetto di falso nueve, attaccante intento a svolgere molteplici mansioni oltre a quella di gonfiare la rete, è condensato invece nelle parole del più grande interprete del compito, Lionel Messi:

«L’idea era che i difensori centrali mi avrebbero seguito, lasciando spazio perché i due esterni veloci che avevamo potessero affondare alle loro spalle».

Quell’apax, falso nueve appunto, coniato da Jorge Valdano intento ad osservare il mistico dieci argentino fare a pezzi il Real, sarebbe rimasto impresso nel linguaggio comune per sempre.

In fondo, l’idea di dominare il campo da gioco si sublima con l’utilizzo degli spazi, l’interscambiabilità dei ruoli, la liquidità degli schemi. In questo senso il ruolo del vecchio (vero) nove, dell’Inzaghi di turno per intenderci, oggi quasi non esiste più. Da quel Barça-Real del maggio 2009, in cui Guardiola chiese a Messi di agire da regista offensivo, niente è stato più come prima.

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