Ci siamo divertiti, per davvero

Valentino Rossi sarà pilota per la vita

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Gli abeti rossi della Stiria pizzicano il cielo e occultano l’orizzonte. Il profumo del bosco arriva fin dentro la sala stampa del Red Bull Ring dove, nella ressa contenuta di giornalisti, tra mascherine e certificazioni, Valentino Rossi si prende la scena per l’ultimo soliloquio, quello atteso e temuto, rimandato ma inevitabile: «È un momento triste e difficile, dire che l’anno prossimo non correrò con una moto (…) Ma è stato grandioso e mi sono divertito tantissimo». La luce si era spenta già da tempo. Un decennio leggendario prima di un lento declino, culminato con il disastroso avvio della stagione in corso. Valentino aveva detto che avrebbe deciso in estate e così è stato.

Aveva detto che per divertirsi gli sarebbe bastato sentirsi competitivo: «Lottare per la vittoria, arrivare tra i primi cinque». Ambizioni partorite dalla parte migliore di sé, quella eternamente fanciullesca, lucente e raggiante, capace di spazzare via i rischi di uno sport mortale e accendere le luci del luna park. Ora il viaggio, però, è giunto a destinazione. Da Tavullia, baciata dalla brezza adriatica, alle alture austriache, dove Valentino ha trovato il coraggio di dire basta. Fosse stato per il bimbo che è in lui, avrebbe continuato per altri «20 o 25 anni». «Ma non è possibile», ammette con gli occhi lucidi a impossessarsi del sorriso scanzonato.

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