C'era una volta il calcio inglese

Secondo Klopp e Solskjaer alcuni club giocano un calcio troppo duro

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Appena sette giorni fa, il Burnley ci aveva fatto tornare bambini scegliendo la numerazione dall’1 all’11 nella splendida cornice di Anfield, contro il Liverpool di Klopp. Il quale, al termine dell’incontro, ci aveva subito riportati sulla terra associando il gioco del Burnley al «wrestling», definendo «pericoloso» il modo di arbitrare l’incontro da parte del direttore di gara. La replica di Sean Dyche, allenatore dei The Clarets, non si era fatta attendere: «La cosa che mi inquieta è che Klopp metta in dubbio che una squadra debba fare di tutto per vincere una partita restando all’interno dei limiti previsti dal regolamento. Cosa che noi abbiamo chiaramente fatto, perché non c’è stato un singolo cartellino estratto dall’arbitro nei nostri confronti».

Sulla polemica è intervenuto quella leggenda vivente di Alan Sheraer: «Nessuno chiede il ritorno al calcio brutale con cui sono cresciuto negli anni ‘70 e ‘80 ma ci deve essere spazio per la durezza. Dobbiamo proteggere una forma di fisicità. Non può esistere il calcio senza contatto. Ci saranno sempre falli, incidenti e infortuni. È uno sport d’élite giocato alla velocità della luce: ma cosa fa il City quando perde palla e gli avversari se ne vanno in contropiede? Cosa fa il Liverpool? Commettono fallo ed è una tattica deliberata».

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