100 anni di Empoli

Non si vive un secolo, a buoni livelli, per caso

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"L’Empoli non si discute, si ama”. Una scritta su un muro è resistita a lungo a intemperie e al passaggio delle stagioni calcistiche. Poi, alla vigilia del lockdown, quel muro è stato imbiancato, quasi un presagio del campionato sospeso dalla pandemia secolare. Così, proprio nell’anno del Covid-19, l’Empoli Football Club festeggia il suo Centenario. Come si può spiegare a chi non vive in Toscana cosa significano i colori azzurri? Operazione semplice e difficile al medesimo tempo. Forse aiutano le parole del centrocampista Filippo Bandinelli:

“per un calciatore toscano è motivo d’orgoglio vestire la maglia dell’Empoli”.

Tuttavia non basta una frase, non può bastare per un club che ha tratto forza e fortuna dal rimanere sempre legato alle sue radici. Eppure Empoli è una città poco “toscana” all’apparenza. Citata da Dante nella Divina Commedia – come sede del concilio dei Ghibellini nel 1260 dopo la sconfitta della Repubblica fiorentina nella Battaglia di Montaperti – è oggi un polo industriale più tipico della Brianza che da riva d’Arno.

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