VOLLEY FEMMINILE

Coronavirus, le atlete chiedono tutela: “Non siamo immuni”

Diverse giocatrici condividono l'hashtag #NoiNonSiamoImmuni per salvaguardare la propria salute

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Monta la protesta per diverse atlete di Serie A1 e A2. A scatenare la rabbia è stata la riunione tra Lega Pallavolo Serie A Femminile e procuratori in cui si è deciso, tra le altre cose, di concedere piena autonomia ai club sulla gestione degli allenamenti. La situazione è difficile da accettare per molte protagoniste del volley nazionale, che in un momento come questo pensano non tanto ad allenarsi quanto a ritrovare la serenità perduta. Le giocatrici chiedono massima tutela della propria salute, prendendo come riferimento la scelta della controparte maschile che invece ha bloccato ogni seduta fino al 25 marzo.

Generica volley / pallavolo
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Chi si è esposta pubblicamente con l’hashtag #TuteliamoTutti è Ludovica Dalia, palleggiatrice di Caserta costretta alla quarantena dopo il viaggio a Bergamo per la sfida, poi rinviata, contro la Zanetti. Incredulità, da parte di gran parte della atlete, per l'idea di potersi comunque allenare nonostante il decreto ministeriale vieti qualsiasi contatto ravvicinato in un luogo pubblico (situazione complicata da ottenere in palestra) e consigli di restare nelle proprie abitazioni. Molte giocatrici ora temono per la loro salute. Manca chi le possa rappresentare e di conseguenza cercano metodi alternativi per farsi ascoltare e tutelare.

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#NoiNonSiamoImmuni è l'hashtag che nelle ultime ore accompagna le proteste social delle ragazze. In un momento di crisi nazionale in cui c'è necessità di combattere la pandemia da coronavirus, anche le atlete vogliono fermarsi per proteggere sé stesse e i propri cari da ogni eventuale contagio. Da sportive riconosciute come dilettanti, pretendono lo stesso diritto alla salute dei professionisti, senza per questo doversi scontrare con la propria società o rinunciare a una parte del proprio stipendio.

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