KANSAS CITY

Dalla morte del figlio al primo anello coi Chiefs: la storia di Andy Reid

Una carriera ricca di successi personali per il tecnico di KC, che nella notte di Miami ha vinto il suo primo anello da head coach

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“È uno dei più grandi allenatori di tutti i tempi, e lo era già prima di questa partita”. Se ad ammetterlo è Patrick Mahomes, più giovane MVP nella storia di un Super Bowl, qualcosa vuol dire. Ma ad essere sinceri, il quarterback dei Chiefs non ha scoperto nulla di nuovo. Perché ovunque vai, a chiunque chiedi, per Andy Reid le parole usate saranno sempre e solo eccezionali.

Andy Reid
Getty Images

La vittoria al Super Bowl LIV di Miami rappresenta, allo stesso tempo, una fine e un inizio. I Chiefs hanno riconquistato l'anello che gli mancava da 50 anni esatti. Andy Reid ha interrotto il non invidiabile record di vittorie senza aver mai conquistato un titolo: 221. “Reid fallisce nei big match”, dicevano. Eppure, nella notte di Miami, è risorto da uno svantaggio di 10 punti all’inizio del quarto quarto. Anche grazie alle qualità di Mahomes, ovviamente. Il quale però si esalta nel sistema di gioco che l'allenatore classe '58 gli ha disegnato attorno.

Ma la strada verso il successo è stata lunga e tortuosa. Con tante cadute, a cui Reid ha reagito con una mesta positività che l'ha portato a rialzarsi, sempre e comunque. Anche quando la mattina del 5 agosto 2012 suo figlio maggiore, Garrett, fu ritrovato morto nella stanza dell'Università di Lehigh a causa di un'overdose accidentale di eroina dopo i tanti problemi con la giustizia. Il destino non gli restituirà mai il suo primogenito, ma perlomeno ha reso il tutto meno doloroso lo scorso 2 febbraio, quando ha condiviso la vittoria del Super Bowl con l'altro suo figlio, Britt, oggi allenatore dei linebackers dei Chiefs.

Britt Reid
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Anche per questo è tra le figure più amate in questo sport. Per la cura che mostra negli altri e per la sua innata capacità di insegnare. Sono ben cinque gli allenatori della NFL che sotto i suoi insegnamenti si sono conquistati una panchina: John Harbaugh, Ron Rivera, Doug Pederson, Sean McDermott e Matt Nagy. E in America sono convinti che non passerà molto tempo prima che altri due assistenti dei Chiefs, Eric Bieniemy e Mike Kafka, guidino anche loro da head coach franchigie della NFL. A detta di molti, è un autentico “quarterbacks creator”, avendo cresciuto Donovan McNabb, Michael Vick, Alex Smith e ora, Pat Mahomes. È una mente offensiva. Allenatori e giocatori giurano che di anno in anno cresce e non smette di imparare. “È uno che lavora più duramente di chiunque conosca”, ha detto Mahomes.

Mahomes e Reid
Getty Images

Prima assistente per i Green Bay Packers dal 1992 al 1998 (con cui vince il Super Bowl XXXI), poi head coach dal 1999 con i Philadelphia Eagles. Era il 2º allenatore più giovane della Lega, e molti ne criticarono l'assunzione nominando altri candidati che avevano maggiore esperienza e precedenti di successo. Inizialmente gli Eagles pensarono di assumere Mike Holmgren, head coach di Reid a Green Bay. Ma Holmgren scelse i Seattle Seahawks, consigliando al proprietario degli Eagles di assumere proprio Reid. Durante il suo mandato di 14 anni con le Eagles, Reid ha raccolto: maggior numero di vittorie per un allenatore nella storia della franchigia (120), si è qualificato 9 volte ai playoff, 5 finali di NFC e un Super Bowl. Nonostante i numeri, l’anello però non è mai arrivato. Nel 2004 furono infatti i New England Patriots di Tom Brady a vincere. Colui che a buon diritto può candidarsi come il più grande sportivo americano di tutti i tempi e tutti gli sport, insieme a Michael Phelps, Carl Lewis, Michael Jordan, per non parlare di Babe Ruth e Wayne Gratzky.

Reid è stato assunto come head coach dei Chiefs nel 2013 e ha risollevato le sorti di una franchigia in enorme difficoltà. Nelle sue sette stagioni con Kansas City, ha portato i Chiefs a 6 apparizioni ai playoff, due finali di AFC e il Super Bowl LIV, primo anello nella sua carriera da head coach. A 61 anni, però, "il grande e sfortunato Andy" (come lo definivano in America) non ha nessuna intenzione di smettere. Vincere aiuta a vincere, e da questo punto di vista, sembra che Reid abbia ancora tanti successi da rincorrere. La vittoria di Miami non è una fine, ma un inizio.

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