Il centrocampista bianconero, dopo una stagione da dimenticare, vuole riscattarsi già negli Usa
"Quando ti pagano tanti soldi, per esempio 50 o 60 milioni, e la squadra non va, sei il primo a venire criticato. Io sento questa responsabilità, lo so che devo fare meglio e posso farlo, ho le capacità per giocare nella Juventus e voglio dimostrarlo. In ogni allenamento e in ogni partita voglio dimostrare quello che valgo. Ho solo bisogno di un po’ di tempo, visto che il tendine ancora non lo sento al 100%. L’importante è essere al top per la prima di campionato". Teun Koopmeiners ha la piena consapevolezza di quanto poco abbia reso nella scorsa stagione a fronte della spesa della Juve per acquistarlo.
Anche se qualche alibi resta: "Dovevamo fare tutti meglio ma non è stata una stagione facile per nessuno, anche perché abbiamo cambiato tanto a tutti i livelli, con molti giocatori nuovi, poi sono cambiati allenatore e la dirigenza e questo non ha aiutato la nostra crescita. Servono tante partite per imparare quello che il mister ci chiede, per cui credo che il prossimo anno andrà meglio e già qui negli Stati Uniti lavoriamo ogni giorno per quello. Mi è mancata la continuità ma è dipeso da tanti piccoli fattori, per averla c’è bisogno di una squadra forte in cui tutti si aiutino uno con l’altro".
Ora c'è da concentrarsi sul Mondiale per club con una consapevolezza nuova: "Finalmente va meglio. Sono stato fuori altri tre mesi e chiaramente non sono al cento per cento. In questo torneo devo crescere di partita in partita. Giocarne una intera? Ne ho parlato con Tudor, gli ho detto che ho ancora bisogno di tempo per crescere nella condizione ma anche perché è importante che il tendine d’Achille non mi dia più fastidio. Non so quanto ne serva ancora, ma è così. Questa manifestazione è stata una bella occasione per tornare a dare una mano ai compagni ma soprattutto per vincere un trofeo con la Juve, che era il mio obiettivo quando sono venuto qui".
Poi c'è la questione legata al ruolo: "Con questo sistema ho giocato anche nell’Atalanta. Adesso sto un po’ più avanti, mentre a Bergamo stavo un po’ più basso a centrocampo. Gioco dove l’allenatore ha bisogno, ma di sicuro in generale sono un centrocampista e non un attaccante e quindi anche quando sto più avanti, e forse Tudor vuole che stia lì, interpreto il ruolo come un centrocampista e non come un attaccante destro o sinistro o come un numero nove".