Storia di una delle leggende del St. Pauli, un attaccante che ha trasformato gli eccessi in pane quotidiano e che dopo aver sperperato una fortuna si è ritrovato prima a guidare carri funebri e poi a fare l’autista dei tifosi dell’Amburgo
Nico viene accerchiato da tre uomini, lo tengono stretto, coltello alla gola, è terrorizzato, rischia la morte, gli rubano soldi e vari oggetti per centinaia di euro dalla borsa da lavoro, quella da postino, quella che ogni giorno l’accompagna tra strade, palazzi e porte sotto il cielo tedesco rigido come lo zinco e gelido come la Germania; forse pochi ricordano che Attila József, grande poeta ungherese, del lavoro di Nico ne ha fatto canto universale.
Il dolore è un postino grigio, muto,
col viso scarno, gli occhi azzurro chiari,
gli pende giù dalle fragili spalle
la borsa, scuro e logoro ha il vestito.
Dentro il suo petto batte un orologio
da pochi soldi; timido egli sguscia
di strada in strada, si stringe alle mura
delle case, sparisce in un portone.
Poi bussa. Ed ha una lettera per te.