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Greenpeace contro gli squilibri naturali per evitare nuove pandemie

Massima attenzione per le cause degli squilibri naturali che hanno generato il Covid, e che potrebbero portarci ad affrontare altre epidemie in futuro

Mentre tutto il mondo è impegnato a fronteggiare la pandemia del coronavirus, il Parlamento europeo ha deciso di continuare a finanziare proprio gli allevamenti intensivi: le famose fabbriche di carne che inquinano e che hanno un ruolo ben noto per la diffusione di infezioni virali simili al Covid-19. Come si legge su Greenpeace Italia si tratta di una scelta pericolosa e grave. Le stime ufficiali parlano chiaro: il 70% di tutte le malattie infettive emergenti come Sars, Ebola, influenza suina, influenza aviaria provengono da animali, e gli animali allevati trasmettono agli esseri umani un grande numero di virus, come i coronavirus e i virus dell’influenza. 

In Italia questi allevamenti intensivi sono concentrati soprattutto in Pianura Padana, e in particolare in Lombardia, dove viene allevata la metà dell’intera produzione nazionale di maiali. 

Gli eurodeputati devono ancora pronunciarsi sull'accordo finale. Greenpeace ha già raccolto 200.000 firme per fare pressione sui parlamentari europei. Si parla della riforma della PAC (Politica Agricola Comune) ovvero l’insieme di regole per l’assegnazione di sussidi e incentivi agli agricoltori e allevatori europei. La PAC occupa una voce importante del bilancio europeo: quasi il 40% dei fondi che, fino ad oggi, sono stati assegnati in modo iniquo, si legge sempre su Greenpeace.

Agli agricoltori e allevatori che vogliono produrre in modo ecologico e sostenibile, spetta solo una minima parte di questi fondi: un sistema che privilegia il profitto di pochi a scapito dell’ambiente e anche della salute di tutti noi