Anche in Italia inizia la sperimentazione per binari puliti e sostenibili, già dall'inizio del 2021
Treni alimentati a idrogeno, con l’infrastruttura tecnologica necessaria, i servizi di gestione e di manuntenzione dei mezzi. Questo il progetto per il futuro, ma neanche troppo lontano. Parliamo infatti dell'inizio del prossimo anno. Due i protagonisti: Alstom, leader nelle soluzioni integrate per la mobilità sostenibile e Snam, tra le prime aziende al mondo a sperimentare l’iniezione di idrogeno al 10% nella rete di trasporto del gas naturale.
Le due parti hanno firmato nei giorni scorsi un accordo quinquennale che, dopo Germania e Paesi Bassi, porterà i treni a idrogeno anche sui binari italiani. Snam lavorerà allo sviluppo delle infrastrutture per la produzione, il trasporto e il rifornimento; Alstom, invece, si occuperà della fornitura e della manutenzione dei treni a idrogeno, di nuova realizzazione o convertiti.
In Germania il treno a idrogeno Coradia iLint è in servizio da un anno e mezzo su una tratta regionale. Autonomia di circa 1.000 chilometri, velocità massima di 120 km/h, ecosotenibile, silenzioso e pulito. La dotazione di celle a combustibile converte idrogeno e ossigeno in elettricità, eliminando le emissioni dirette e indirette legate alla propulsione.
I serbatoi dell’idrogeno sono sul tetto dei locomotori e le batterie in basso, vicino ai motori, in prossimità delle ruote. Viene rifornito una volta al giorno in 15 minuti (come un normale treno a gasolio) attraverso un sistema a pressione a 350 atmosfere.
“L’idrogeno prodotto da rinnovabili diventerà competitivo con le fonti fossili nel giro di pochi anni - ha detto l’amministratore delegato di Snam Marco Alverà - e avrà un ruolo centrale nella transizione energetica, in particolare nell’industria, nel riscaldamento e nel trasporto pesante”.